2009-11-29 15:46:05

Copenhagen. Proseguono i negoziati per la riduzione delle emissioni di gas serra


Passo in avanti per la riduzione delle emissioni di gas serra da parte di Stati Uniti, Cina ed India, a poche settimane dall’inizio del vertice Onu sul clima, che si terrà a Copenhagen. Come valutare, a questo punto, queste aperture? Molti esperti parlano di decisione epocale. Salvatore Sabatino ne ha parlato con Arduino Paniccia, docente di Studi Strategici presso l’Università di Trieste:RealAudioMP3



R. - Sicuramente è una decisione di grande importanza perché è la prima volta che Paesi così importanti raggiungono un accordo generale e complessivo – anche se per il momento informale – sulla necessità della riduzione delle emissioni. Gli Stati Uniti da lungo tempo dibattono su questo tema, senza aver mai raggiunto una vera e propria decisione sulla riduzione. Altrettanto Cina e India. C’è, però, un elemento che divide sostanzialmente le impostazioni dei due gruppi occidentale e asiatico: il fatto di ammettere che ci deve essere una differenza tra le emissioni dei Paesi già industrializzati (Europa e Stati Uniti) e quello che dovranno invece fare i Paesi in via di industrializzazione. Si deve quindi raggiungere un vero e proprio formale accordo, che credo però non potrà essere raggiunto così rapidamente al Vertice di Copenhagen.

 

D. – Quella della riduzione dei gas serra è stata una questione che da sempre ha diviso gli Stati fin dal Protocollo di Kyoto. Ma nonostante gli allarmi lanciati periodicamente da parte dei massimi esperti di tutto il mondo, i Paesi più inquinanti non hanno mai dato risposte concrete. E’ solo una questione economica o soprattutto politica?

 

R. – Si tratta di una questione prima di tutto sociale. Per i Paesi che iniziavano il loro cammino industriale, partire con dei vincoli che avrebbero richiesto investimenti enormi per la riduzione delle emissioni e controlli altrettanto grandi, significava mettere in forse quello che per i cinesi e per gli stessi indiani è il cammino verso il benessere e, in qualche modo, anche verso la libertà. Su questo fronte non sono stati particolarmente avanzati neppure gli Stati Uniti, che hanno sempre posto dei veri ostacoli ad un accordo che portasse in breve tempo a delle riduzioni. Possiamo dire che, una volta tanto, l’Unione Europea è stata veramente all’avanguardia nel mondo globale.

 

D. – In sostanza il Vertice di Copenhagen, quindi, possiamo definirlo non un punto di arrivo, ma un punto di partenza?

 

R. – Definirlo un punto di arrivo sarebbe veramente esagerato. E’ un buon punto di partenza. Probabilmente, per la prima volta, i Paesi veramente indispensabili per riuscire ad ottenere delle reali riduzioni e quindi modificare il trend ambientale molto negativo che abbiamo preso, hanno espresso la volontà di trovare delle soluzioni comuni ed effettive. Anche se questo potrà accadere in un decennio.








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