2009-11-27 16:05:02

Messaggio ai gesuiti in Africa per la Giornata mondiale della lotta all’Hiv


“Imparare ad affrontare l’Aids come famiglia” deve essere il primo passo da compiere per evitare di continuare a condannare, rifiutare, emarginare o etichettare le persone contagiate come “praticamente morte” e dimostrare che “appartenere alla famiglia di Dio significa agire come Gesù ci ha mostrato”. È questo il messaggio, ripreso dalla Fides, inviato a tutti i gesuiti del Continente africano da padre Masawe, gesuita, moderatore di Jesam - Conferenza dei Superiori Maggiori dell’Africa e Madagascar. In vista della prossima Giornata Mondiale dell’Aids, che si celebrerà in tutto il mondo il 1° dicembre, padre Masawe ha ricordato che non bisogna aver paura o scoraggiarsi per “l’enormità dei problemi del nostro continente, tra i quali l’Hiv e l’Aids. Fanno parte della vita e lo faranno a lungo. Come una grande famiglia dobbiamo affrontare la sfida con fiducia”, sostiene nel messaggio. “L’Aids, insieme alla malaria e alla tubercolosi, è una pandemia che sta decimando le popolazioni africane e sta danneggiando gravemente la loro vita economica e sociale”. Questa malattia, ha sottolineato il gesuita, non deve essere affrontata solo come un problema medico-farmaceutico o di cambiamento del comportamento umano, perché è “una questione di sviluppo e giustizia integrali, che richiede un approccio e una risposta olistici da parte della Chiesa”. Inoltre, parlando dei comportamenti sessuali, riconosce che la visione ecclesiale “è spesso ritenuta rigida, irrealistica o moralistica”, e che altri fattori, come “povertà, fame, guerra e sfollamento forzato, violenza domestica e commercio sessuale” favoriscono la diffusione del virus tra migliaia di persone. Sono molti i programmi della Chiesa per garantire assistenza, cibo e sostegno ai sieropositivi, “l’obiettivo è vivere come una famiglia: rispettare la dignità e la vita di ciascuno, mostrare solidarietà con chiunque sia nel bisogno”. Il messaggio si conclude così: “Come Gesù, Maria e Giuseppe nella Santa Famiglia, così la Chiesa-Famiglia di Dio in Africa conosce i suoi figli e figlie, le loro necessità, forze e debolezze, paure e speranze. Essa manifesta questa amorevole conoscenza indicando i modi di prevenzione dell’Hiv nell’ambito familiare e prendendosi cura dei malati e di quanti sono affetti dall’Aids, lavorando per la riconciliazione, la giustizia e la pace. Con il Sinodo, Jesam ringrazia tutti coloro che sono generosamente impegnati in questo difficile apostolato di amore e di attenzione”. (C.P.)







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