2009-11-27 15:26:03

L’Aiea condanna l’Iran per la costruzione dell'impianto nucleare di Qom


L'Agenzia internazionale per l’energia atomica (l’Aiea) ha approvato poche ore fa, a Vienna, una risoluzione di "censura" contro Teheran per la mancata collaborazione sul suo programma nucleare. Teheran viene condannata per aver tenuto segreta, fino allo scorso ottobre, la costruzione di un nuovo impianto nucleare e per avere respinto la recente offerta dell'Aiea di far arricchire all'estero il suo uranio. L’ambasciatore iraniano all'Agenzia Onu, Ali Asghar Soltanieh, ha definito la condanna "un danno al clima dei colloqui fra Teheran e l’Aiea sul programma nucleare iraniano". Il servizio di Roberta Rizzo:RealAudioMP3

L'Iran deve sospendere i lavori di costruzione dell’impianto nucleare di Qom: dopo ore di attesa, arriva la condanna ufficiale. Il Consiglio dei governatori dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) ha votato poco fa una risoluzione di censura nei confronti dell'Iran per aver costruito, in segreto, il sito per l'arricchimento dell'uranio, nei pressi della città di Qom. La risoluzione, approvata a larga maggioranza (25 voti a 3, con 6 astensioni) è la prima in quattro anni, da parte dell'organismo, in cui siedono i rappresentanti di 35 Paesi e ha ricevuto l'inusuale appoggio di Russia e Cina. Ma soprattutto è un chiaro messaggio dell'irritazione internazionale per il comportamento tenuto dal regime di Teheran sul nucleare. L’Iran, infatti, aveva respinto di recente anche l’ultima offerta negoziata dall’Aiea: quella di far arricchire all’estero il suo uranio. Questa mattina, l’ambasciatore iraniano presso l’Agenzia Onu aveva chiesto ai membri del Consiglio dell’Aiea di non votare una risoluzione di censura contro Teheran. Per l'adozione della risoluzione bastava la semplice maggioranza dei 35 membri del consiglio dei governatori. Tre Paesi - Cuba, Venezuela, Malesia - hanno votato contro e sei si sono astenuti. Il sì di Russia e Cina è un fatto nuovo: finora i due membri con seggio permanente all'Onu si erano sempre mostrati riluttanti a condannare l'Iran. Non è chiaro, però, se la mossa di Mosca e Pechino, sponsorizzata dalle sei potenze mondiali, si tradurrà in un assenso automatico dei due Paesi a nuove sanzioni Onu contro Teheran.

 
Iran - Shirin Ebadi
Le autorità iraniane hanno confiscato il premio Nobel per la Pace all'avvocato Shirin Ebadi. La denuncia arriva dal Ministero degli esteri norvegese, che ha convocato l'ambasciatore iraniano a Oslo per presentargli una protesta formale. La medaglia d’oro e il diploma, ricevuti nel 2003 per l'impegno a favore dei diritti umani, sono stati prelevati dalla cassetta di sicurezza dov'erano custoditi. Teheran respinge le accuse avanzate dal ministro degli Esteri norvegese.

Corea del Nord - nucleare
La Corea del Nord insiste e riafferma il suo status di potenza nucleare. Il regime nordcoreano ha effettuato complessivamente due esperimenti nucleari, nel 2006 e nel maggio scorso, ma gli Stati Uniti e altre nazioni hanno sempre rifiutato di riconoscergli lo status di appartenenza al ristretto "club" dell'atomica, al fine di non legittimare il suo programma militare. Il mese prossimo, tuttavia, avrà luogo il primo vertice tra rappresentanti di Pyongyang e dell'amministrazione Usa.

Germania - Afghanistan
L'ex ministro della Difesa tedesco e attuale ministro del Lavoro, Franz Josef Jung (Cdu), ha rassegnato le dimissioni. Lo ha annunciato lo stesso Jung con una breve dichiarazione a Berlino. La decisione è la conseguenza dello scandalo seguito alla mancata pubblicazione dei rapporti sul bombardamento Isaf di due convogli cisterna, rubati dai talebani, a Kunduz. La stampa tedesca accusa i vertici militari e il governo di avere occultato informazioni sul numero delle vittime della strage. Ieri, per lo stesso motivo si erano dimessi il capo di Stato maggiore dell'esercito, Wolfgang Schneiderhan, e il sottosegretario alla Difesa.

Afghanistan - Karzai
Intanto in Afghanistan cresce la tensione. Il presidente afghano Hamid Karzai ha ripetuto oggi il suo appello ai talebani ostili al governo, ed in particolare al mullah Omar, "ad unirsi agli altri afghani per il rinnovamento e la ricostruzione del nostro Paese". In mattinata stava per consumarsi un nuovo attentato dinamitardo contro il governatore della provincia meridionale afghana di Kandahar. Tooryalai Wesa stava recandosi stamani alla preghiera per la festa religiosa dell'Eid al-Adha, quando l'esplosione di un ordigno nascosto sul ciglio della strada ha investito il convoglio di mezzi su cui viaggiava il governatore. Tooryalai Wesa è uscito illeso mentre un agente di scorta è rimasto ferito.

Medio Oriente
Un'improvvisa recrudescenza di violenza si registra tra israeliani e palestinesi, mentre si attende di conoscere se l'accordo con Hamas per lo scambio di prigionieri, slittato alla settimana prossima, andrà in porto. A nord della città turistica di Eilat, una pattuglia israeliana ha sventato un probabile attentato: i militari hanno trovato 15 kg di esplosivo lasciati da un uomo che è riuscito però a dileguarsi. Dopo i colpi di mortaio lanciati nel Neghev, Israele ha compiuto un raid aereo a Jabaliya, nella Striscia di Gaza. Quattro palestinesi sono stati feriti. Le forze israeliane avrebbero ucciso un terrorista di Al Qaeda.

Dubai - crac finanziario
Il governo di Dubai rassicura i mercati dopo l'annuncio della richiesta di una moratoria da parte del Fondo "Dubai World". L'economia del Paese è "durevole" e "i fondamentali economici, le infrastrutture e il nostro centro finanziario permetteranno a Dubai di restare un posto attrattivo nella regione", sostiene in una nota il presidente del comitato fiscale, lo sceicco Ahmed ben Said Al Maktoum. I mercati hanno i nervi scoperti e il timore di un eventuale crac della holding dell'emirato, che ha chiesto alle banche di sospendere per sei mesi i pagamenti sul debito di 59 miliardi, ha portato gli indici guida a cedere oltre il 3% e in Europa a bruciare oltre 150 miliardi di euro.

Filippine - violenza
Individuato il responsabile del massacro nell’isola di Mindanao, nelle Filippine, ma le violenze non sembrano arrestarsi. Ucciso anche un impiegato dell’Unicef. Il servizio di Chiara Pileri:RealAudioMP3

Il politico bersaglio della strage di lunedì scorso, nell'isola filippina di Mindanao, non ha rinunciato a presentare la sua candidatura a governatore della provincia di Maguindanao. La polizia conferma che il responsabile della strage, costata la vita ad almeno 57 persone, è Andal Ampatuan Junior, sindaco della città di Datu Unsay. Un testimone ha affermato di aver visto il sindaco prendere parte al massacro impartendo personalmente alcuni ordini. Secondo quanto poi riferito dal colonnello Romeo Brawner due comandanti dell'esercito delle Filippine sono stati rimossi dai loro incarichi, perché sospettati di cattiva condotta, ma non di coinvolgimento diretto con quanto accaduto. Nella stessa isola filippina, un dipendente del Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia (Unicef) è stato ucciso da uno sconosciuto. La vittima, durante l’agguato, è stato raggiunto da alcuni colpi d’arma da fuoco allo stomaco, ed è morto subito dopo il trasporto in ospedale. Gli inquirenti stanno indagando per far luce sulle cause dell'aggressione, avvenuta nonostante le straordinarie misure di sicurezza adottate nella provincia.

 
Namibia - elezioni
Si sono aperti questa mattina, in Namibia, i seggi per le elezioni politiche e presidenziali, le quarte dall'indipendenza del Paese dal Sudafrica nel 1990. Poco più di un milione gli aventi diritto al voto, per il quale sono in corsa 14 partiti per 74 seggi parlamentari; 12 i candidati alle presidenziali. L'esito del voto sembra scontato: quasi certa vittoria dello Swapo (Organizzazione del Popolo del Sud Africa Occidentale), da sempre al potere con larghissima maggioranza. Appare certa anche la conferma a presidente del leader dello Swapo, Hifikepunye Pohamba, 74 anni, succeduto al "Padre della Patria" Sam Nujoma nel 2005. Le urne si chiuderanno domani sera.

Cina - condanne a morte
Sono state eseguite in Cina le condanne a morte di due uomini accusati di traffico di bambini. I due erano stati riconosciuti colpevoli del sequestro di 15 minori di età compresa tra i 3 ed i 6 anni. Nei primi dieci mesi dell'anno, oltre 1.714 persone sono state condannate in Cina per questo tipo di reato.

India - clima
L’India dice "no" alle concessioni sulla riduzione dei gas che producono l'effetto serra. L’annuncio di Usa e Cina, dei giorni scorsi, sul taglio delle emissioni e la conferma della loro presenza al vertice di Copenhagen non ha convinto il Paese asiatico a schierarsi a fianco dei due colossi. Inaugurando a New Delhi una Conferenza internazionale sulle tecnologie legate ai mutamenti climatici, il premier indiano, Manmohan Singh, ha detto che “solo il criterio pro capite è equo quando si vogliono misurare i livelli di emissione di gas serra nelle differenti nazioni e si vuole trovare un accordo a lungo termine sui mutamenti climatici”. Singh sta valutando comunque l'opportunità di accettare l'invito a partecipare ai lavori della Conferenza dell'Onu che si terrà a dicembre a Copenaghen.

Nomine Ue
Il presidente della Commissione europea, Barroso, ha annunciato i nomi dei nuovi commissari dell’Unione. Antonio Tajani è stato nominato commissario europeo per l'Industria. Attualmente commissario ai Trasporti, Tajani manterrà anche la carica di vicepresidente dell'Esecutivo europeo. La scorsa settimana erano stati nominati il presidente stabile, il belga Herman Van Rompuy, e la britannica Catherine Ashton, come Alto rappresentante della politica estera.

Berlusconi - Processo Mills
E' stato fissato per il 4 dicembre prossimo il processo nei confronti del primo ministro italiano, Silvio Berlusconi, imputato a Milano per corruzione in atti giudiziari. Niccolò Ghedini, che insieme a Piero Longo difende il presidente del Consiglio nel processo milanese nel caso Mills, ha annunciato che il 4 dicembre il premier è legittimamente impedito, perché impegnato in Consiglio dei ministri. Questa mattina il collegio che ha giudicato David Mills, che aveva sospeso il processo nei confronti di Berlusconi nonché stralciato la sua posizione, si è dichiarato incompatibile e sarà sostituito da nuovi giudici.

Honduras - elezioni
Tensione in Honduras in attesa delle consultazioni elettorali di domenica 29 novembre. Tra i candidati non figurano né il presidente deposto, Manuel Zelaya, nè quello appoggiato dai golpisti, Roberto Micheletti, ma il leader espulso dal Paese il 28 giugno scorso e rientrato clandestinamente ha invitato i suoi sostenitori a boicottare il voto, considerandolo una legittimazione del colpo di Stato. I sondaggi danno per favorito il conservatore Porfirio "Pepe" Lobo, membro del Partito Nazionale, sconfitto da Zelaya alle elezioni del 2005.

Ua - diritti umani
Il presidente della Commissione africana dei diritti dell'uomo e dei popoli ha lanciato un appello agli Stati membri dell'Unione Africana a firmare, qualora non l'abbiano ancora fatto, il protocollo che istituisce il Tribunale africano dei diritti dell'uomo. Le procedure giudiziarie e di legge sono state tutte armonizzate e adottate a Dakar il mese scorso. Il presidente della Commissione, Bahame Mkirya Tom Nyaamdunga, ha invitato gli Stati africani a inviare all'organismo rapporti periodici al fine di instaurare un dialogo costruttivo e consentire alla Commissione di avere un quadro sempre completo sulla situazione dei diritti umani nei vari Paesi.

Capo Verde - Costituzione
Maggioranza e opposizione hanno raggiunto l'intesa per modificare la Costituzione di Capo Verde, l'arcipelago-Stato al largo delle coste dell'Africa occidentale. L'accordo è arrivato dopo undici mesi di contrasti e tensioni nelle trattative, che hanno portato più volte il Paese sull'orlo di una grave crisi interna. Il nuovo testo sarà discusso e approvato il 9 dicembre durante una sessione straordinaria dell'assemblea nazionale. Il Partito africano per l'Indipendenza di Capo Verde (Paicv, al potere) e il Movimento per la Democrazia (Mpd, opposizione) in un comunicato congiunto hanno salutato l'accordo come "una vittoria della democrazia" e una "vittoria di tutti i capoverdiani". La nuova Costituzione rivoluzionerà totalmente il settore della Giustizia, l'aspetto più controverso e dibattuto della trattativa. Cambierà, in particolare, il regime di nomina dei giudici della Corte Costituzionale, mentre il creolo di Capo Verde affiancherà il portoghese come lingua ufficiale. (Panoramica internazionale a cura di Roberta Rizzo e Chiara Pileri)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 331

 
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