2009-11-27 16:10:43

Cile: documento dei vescovi a conclusione della plenaria


A conclusione della loro 98.ma assemblea plenaria, ieri, i vescovi del Cile hanno annunciato alle comunità ecclesiali del Paese un rinnovato impegno ìmissionario. Questa sfida pastorale, alla quale ha esortato Benedetto XVI, i presuli cileni la considerano di fondamentale importanza per “andare incontro ai fratelli e sorelle che si sono allontanati” così come per entrare “nelle famiglie con particolare attenzione per i bambini e i giovani”, chiamati a scoprire la bellezza “ e l’attualità della novità contenuta nel Vangelo del Signore”. I vescovi cileni tornano a riflettere anche sulla rilevanza delle celebrazione del bicentenario dell’indipendenza nazionale. “Nelle radici del Cile, scrivono, si trova l’annuncio del Vangelo e la presenza della Chiesa, che agisce sia nella vita personale sia in quella comunitaria dei cileni”. Ricordando altri messaggi recenti, i presuli ribadiscono l’urgenza di costruire una nazione per tutti: il “Cile, un tavolo per tutti”, come una famiglia, come un focolare “dove nessuno resta escluso e dove tutti possono dare un proprio contributo con i loro talenti creativi ed efficaci per superare le disuguaglianze sociali”. Dall’altra parte i presuli cileni ricordano di aver discusso anche sull’ambiente e sull’impatto di questi problemi nella vita delle persone. Nell’ambito delle questioni sociali rilevano che “i conflitti, gli scioperi, la qualità dell’educazione e della assistenza sanitaria così come la realtà dei popoli aborigeni” sono stati temi dell’agenda di lavoro di primaria importanza. Con riferimento alle prossime elezioni presidenziali i vescovi cileni da una parte sottolineano l’importanza di un modello di sviluppo capace di includere tutti e dall’altra la necessità di difendere e se necessario recuperare le tradizioni e l’identità nazionali. Si tratta, spiegano i presuli, di scopi da tener presente al momento di votare con responsabilità e discernimento. Nel campo dei valori i vescovi tornano a ricordare la centralità del valore della vita umana sin dal suo concepimento fino al suo termine naturale; l’importanza della famiglia; il superamento della miseria di ogni forma di esclusione sociale; lo sviluppo umano sostenibile e integrale, capace di generar uguaglianza, giustizia e solidarietà; e, infine, quale riassunto di questi principi, la centralità della persona umana e della sua dignità. Alla vigilia dell’udienza di Benedetto XVI ai Presidenti di Argentina e Cile in programma domani, la Conferenza episcopale ha infine voluto commemorare i 25 anni della firma del Trattato di pace e amicizia, che vide la luce grazie alla mediazione di Giovanni Paolo II : “Vogliamo esprimere la nostra gratitudine al Servo di Dio Giovanni Paolo II, poiché insieme ai suoi collaboratori seppe “aprire un cammino di pace e di amicizia” fra i due Paesi quando la guerra stava alle porte. Questa pace “è la vocazione dei credenti e vogliamo che si possa riflettere nella nostra convivenza nazionale così come in quella con i nostri fratelli argentini”. (A cura di Luis Badilla)







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