“Servire la giustizia e la pace”: presentato il nuovo libro del cardinale Martino
Promuovere la giustizia e la pace in ogni ambito della vita umana, fornire spunti
di riflessione per interpretare le complesse trasformazioni del nostro tempo, ma
anche tradurre in pratica le direttive che sono alla base della Dottrina sociale
della Chiesa. Questi alcuni degli obiettivi del libro “Servire la Giustizia e la pace”
(Libreria Editrice Vaticana) scritto da mons. Renato Raffaele Martino presidente del
Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace. Alla presentazione del libro, ieri a Roma,
anche il Ministro del welfare, Maurizio Sacconi. C’era per noi Cecilia Seppia:
La globalizzazione
e le sue conseguenze sull’ordine internazionale, il lavoro e la famiglia, la cultura
e la finanza ma anche i diritti umani, la povertà e lo sviluppo. Sono solo alcune
delle importanti tematiche affrontate da mons. Martino nel libro "Servire la giustizia
e la pace". Una raccolta di interventi in cui il porporato fa emergere la potenza
interpretativa della Dottrina sociale della Chiesa sia rispetto a problematiche secolari,
sia rispetto alle novità che connotano il nostro attuale momento storico. Fase in
cui l’attuazione della giustizia e della pace, appare ancora di più come un servizio
necessario che tutti possono e devono assolvere in vista del bene comune. Sentiamo
il cardinale Renato Raffaele Martino:
“Quando,
nella mia funzione, io agisco faccio un servizio non solo a me, ma alla società. Quindi
quando i politici e gli amministratori fanno quello che fanno, lo devono fare in questo
spirito di servizio per gli altri. Se lo fanno per avere i propri vantaggi e se vogliono
fare il loro comodo, questo va assolutamente contro il servizio alla società. Servire
non è una parola brutta, ma è al contrario una parola nobilissima, perché vuol dire
mettere le proprie risorse a beneficio degli altri. E’ necessario poi sempre dialogare:
non dobbiamo chiuderci dentro le nostre posizioni, non ammettendo che anche qualcun
altro può contribuire con la sua opera e con il dialogo a migliorare il mondo e, quindi,
ad ottenere la giustizia”.
Tra le finalità di questo
volume anche quella, dunque, di mettere in luce il ruolo sociale della Chiesa, che
ancorata ai principi del Vangelo, primo tra tutti quello della dignità della persona
umana, appare sempre più impegnata a salvaguardare la pace e favorire la giustizia.
Il prof. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio:
“La
pace e la giustizia riguardano il ministero e la vita dei cristiani. La pace e la
giustizia sono un compito cristiano e riguardano il Regno di Dio. Noi non dobbiamo
accettare la guerra, la violenza, la povertà; non dobbiamo rassegnarci; non dobbiamo
accettare il muro dell’impossibilità. Una volta Giovanni Paolo II disse: ‘tutto può
cambiare!’”. La giustizia e la pace, spiega infine il ministro
del welfare, Maurizio Sacconi, presente all’incontro, sono alla base di ogni stabilità
politica. Guardare alla coesione sociale di un Paese, difendendo i diritti inalienabili
della persona umana appare, quindi, come unica via per raggiungere lo sviluppo. D’altra
parte, ribadisce Sacconi non c’è possibilità di sviluppo se non si riconosce e si
difende il valore sommo della vita.