2009-11-26 16:01:00

Matrimoni omosessuali: la Chiesa in Argentina accusa il governatore di Buenos Aires


Mauricio Macri, governatore di Buenos Aires, ha tradito il suo ruolo di “custode della legge”: è l’accusa ribadita dall’arcivescovo della capitale argentina Jorge Mario Bergoglio, durante un incontro tra i due, svoltosi ieri nella sede della curia metropolitana. Il motivo del contendere è la sentenza emessa nei giorni scorsi da un giudice di diritto amministrativo che autorizza il matrimonio omosessuale tra persone dello stesso sesso, dichiarando incostituzionale il Codice civile che lo vieta. Immediata era stata la replica del cardinale Bergoglio, che aveva criticato Macri, il quale con “una decisione a sorpresa non aveva accolto il ricorso su tale sentenza” che si presenta come “assolutamente illegale”, che riflettendo, aveva sottolineato il porporato, “la grave indifferenza per le leggi che ci governano”. “Il matrimonio come rapporto stabile tra un uomo e una donna è un bene non solo per i singoli individui, ma anche per l’intera società”, “non è un evento privato o il frutto di una scelta radicata nella natura stessa della persona umana, uomo e donna”, sostengono i presuli argentini, in risposta ai progetti di legge presentati in Parlamento per riconoscere il matrimonio omosessuale. “La Chiesa – chiariscono - non ha alcun intento discriminatorio”, nel “considerare l’eterosessualità come un prerequisito per un matrimonio”, piuttosto riconosce “un aspetto oggettivo che ne è il presupposto”. Da rilevare che l’Argentina sarebbe il primo Paese dell’America Latina a legalizzare il matrimonio omosessuale. (A cura di Roberta Gisotti)







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