2009-11-24 13:04:37

La disgregazione del tessuto familiare dietro l'aumento degli abusi sessuali sui minori. Intervista con don Fortunato Di Noto


“Lo sfruttamento sessuale dei bambini produce un giro d’affari che va dai 2,5 ai 13,5 miliardi di euro l’anno”. Meter, una delle associazioni che lavora in prima linea nella tutela dei minori, torna a rilanciare l’allarme pedofilia. “La crisi della famiglia e una mentalità normalizzante aiutano il diffondersi di questo fenomeno”, spiega don Fortunato Di Noto, presidente di Meter. Ma quali sono le dimensioni di questa realtà? Giuseppe Petrocelli lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. - Nell’ultimo Rapporto dei diritti umani all’Onu, emerge come 200 mila minori ogni anno vengano coinvolti nel mercato della pedopornografia e della produzione. Oltre a quello, anche noi come associazione Meter, abbiamo già segnalato dall’inizio dell’anno circa 10 mila siti pedopornografici e questo dimostra come si tratti di un fenomeno esteso, un fenomeno globale.

 
D. - Lei ha sostenuto che la crisi della famiglia e un certo tipo di mentalità sono alleati della pedofilia. Cosa significa?

 
R. - Significa che oggi, più che mai - proprio perché la famiglia è minacciata e sta vivendo una grande crisi educativa, non è più un punto di riferimento e tante sono le famiglie disgregate - in tale contesto si sta insinuando una sub-cultura di "normalizzazione" delle relazioni affettive, anche sessuali, di adulti con bambini. In altre parole, è come se tali relazioni riempissero in maniera forte questo vuoto che sta vivendo la famiglia. Sono vuoti affettivi, esistenziali, educativi e credo che il nostro impegno, l’impegno di tutti, sia quello di aiutare le famiglie ad uscire fuori, perché aiutare la famiglia significa innestare la logica dell’amore e i bambini non si sentono abbandonati. Perché nella misura in cui i bambini sono abbandonati a se stessi, è normale che questa mentalità - alimentata anche da alcuni soggetti adulti che vogliono sfruttare i bambini - riempia questi vuoti affettivi, diventando molto delicata e pericolosa.

 
D. - Cosa ritiene fondamentale per vincere questa battaglia?

 
R. - Aiutare i bambini attraverso i centri di ascolto e di prima accoglienza resta fondamentale: noi già abbiamo accompagnato più di 780 bambini alle rispettive famiglie. Certo, il problema è anche l’accompagnamento giudiziario, di sostegno alle vittime: io ritengo che, sia il governo italiano sia altri, dovrebbero creare un fondo di sostegno alle vittime, perché le famiglie spesso sono dissanguate dalle lungaggini processuali. Noi come associazione abbiamo aiutato circa 160 deputati a formulare norme che blocchino questa istigazione alla normalità degli abusi sessuali sull’infanzia. Dall’altra parte, dobbiamo anche dire - se vogliamo fare un cenno all’aspetto ecclesiale - che le comunità dovrebbero impegnarsi sempre di più nel promuovere i diritti dell’infanzia: essere più vigilanti, compiere un percorso educativo affinché le famiglie non si sentano sole. E’ l’impegno della Chiesa, ma l’impegno anche degli uomini di buona volontà.







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