2009-11-24 15:07:26

India: il governo dell’Orissa riconosce la matrice indù delle violenze anticristiane


Per la prima volta dai pogrom del 2008 il governo dello Stato indiano dell’Orissa riconosce le responsabilità dei movimenti radicali indù nelle violenze anticristiane nel Kandhamal. Secondo quanto riferisce AsiaNews ieri, il Chief minister dell’Orissa, Naveen Patnaik, rispondendo ad una interrogazione presentata da Adikand Sethy, parlamentare del Communist Party India (Cpi), ha evidenziato il coinvolgimento nei disordini dei gruppi Rastriya Swayam Sevak Sangh (Rsss), Viswa Hindu Parishad (Vhp) e Bajarang Dal (Bd). L’esponente del governo ha inoltre riferito degli arresti compiuti tra i militanti di queste organizzazioni: Rsss 85, Vhp 321 e Bd 118. Sino ad oggi il governo dell’Orissa aveva sempre eluso la domanda sulla matrice indù delle violenze riducendo le vicende del Kandhamal a scontri etnici tra tribali. Mons. Raphael Cheenath, arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar, dice ad AsiaNews: “Ora che il governo dell’Orissa ha ammesso che dietro il massacro di cristiani innocenti ci sono le organizzazioni radicali indù, ci aspettiamo di vedere quando verranno chiamate a rispondere davanti alla legge”. L’avvocato Dibakar Parichha, che segue le vicende legali delle vittime dei pogrom, ricorda che “sono stati denunciati 837 casi e più di 3mila esposti, relativi a 415 villaggi, sono stati presentati ai posti di polizia. Nonostante questo solo 27 persone sono sotto processo mentre le altre sono a piede libero”. Il 19 novembre il tribunale speciale dell’Orissa dedicato ai processi per i pogrom del 2008 ha condannato nove persone a quattro anni di carcere ed al pagamento di una multa di 3.500 rupie, circa 50 euro. Nonostante questo, sono sempre maggiori i numeri delle assoluzioni rispetto a quelli delle condanne anche quando ci sono prove inconfutabili che accusano gli indagati. L’avvocato Rasmi Ranjan Jena elenca ad AsiaNews i fatti che rendono fragile la giustizia nel Kandhamal: “ Ci sono metodi di indagine carenti e faziosi; le schedature degli arrestati e la loro presentazione alla Corte indeboliscono i processi; le vittime ed i testimoni patiscono l’assenza di sicurezza sociale e fisica fuori e dentro i tribunali; i testimoni vengono minacciati; la mancanza di partiti democratici e di destra che facciano da contraltare al dominio del Bjp e del Rss aiuta i colpevoli e guasta l’atmosfera che si respira nei tribunali”. Per la popolazione cristiana dell’Orissa rimane l’incubo di incontrare per le strade dei villaggi gli assalitori di oltre un anno fa. Il clima di impunità di cui possono godere soprattutto le personalità più importanti dei movimenti indù acuisce il timore di non poter mai ottenere pace e giustizia. Il caso delle assoluzioni a catena incassate da Manoj Pradhan, politico del Bjp e membro del parlamento di Bhubaneswar, è esemplare. Ora che Patnaik ha reso note le responsabilità delle persecuzioni la situazione potrebbe cambiare. Ma John Dayal, membro dell’All India Christian Council e del National Integration Council, non si fa illusioni: “Prima dobbiamo aspettare di vedere come il parlamento risponderà alle parole di Patnaik e all’ammissione del coinvolgimento delle forze nazionaliste”. (M.G.)







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