Nord-est dell’India: la pace minacciata dal terrorismo
“I due attentati esplosivi che ieri hanno provocato la morte di 8 persone dichiarano
al mondo che nel nostro Stato c’è un grave problema irrisolto”. Mons. Thomas Menamparampil,
arcivescovo di Guwahati, commenta così ad AsiaNews le tre bombe che hanno insanguinato
lo Stato indiano dell’Assam. Due bombe sono state piazzate su due bici nei pressi
della stazione di polizia di Nalbari esplodendo attorno alle 10 e 30 locali. Dieci
minuti dopo un terzo ordigno è scoppiato nella zona del Gopal Bazar. La polizia ha
subito concentrato i sospetti sui separatisti del gruppo United Liberation Front of
Asom (Ulfa) che da 30 anni combattono nella regione a cavallo tra Cina, Buthan e India
per “la sovranità socialista nell’Assam”. Le indagini non escludono tuttavia che l’attentato
possa essere anche opera del National Democratic Front of Bodoland (Ndfb), un’altra
formazione ribelle che opera nella regione per l’istituzione di uno Stato indipendente
dell’etnia bodo che rappresenta il 5,3% della popolazione dell’Assam. Secondo l’arcivescovo
di Guwahati le bombe di Nalbari potrebbero essere la risposta ai recenti arresti
di alcuni leader dell’Ulfa. “Questi attentati servono ai gruppi militanti per richiamare
l’attenzione dell’opinione pubblica e documentare che sono ancora vivi. Ogni volta
che un leader politico minaccia di colpire un gruppo ribelle o annuncia di averlo
fatto, c’è una risposta violenta. Le dimostrazioni di forza da parte delle autorità
non sono la via migliore per persuadere i giovani armati a tornare a discutere la
pace”. L’impegno della Chiesa nel tentativo di riconciliazione tra etnie e gruppi
in lotta ha ormai una lunga storia. “C’è chi domanda con cinismo a cosa abbiano portato
i nostri sforzi". "Ogni volta che partecipo a colloqui so che possono fallire. Ma
ogni volta che otteniamo un piccolo contributo alla pace, siamo infinitamente grati:
anche una sola vita salvata ha un valore immenso”. Secondo il presule la strada maestra
per contribuire alla pacificazione è “dimostrarsi sensibili verso le problematiche,
reali o percepite, dei vari gruppi”. Le bombe come quelle di Nalbari minano questo
approccio perché trascinano nella violenza le rivendicazioni. Quando ci sono attentati
“noi – conclude il vescovo – ci troviamo in una situazione di impotenza”. (A.L.)