2009-11-23 15:14:30

Il presidente iraniano Ahmadinejad in America Latina


Comincia dal Brasile la visita in America Latina del presidente iraniano Ahmadinejad. Una tappa che, alla vigilia dell’arrivo del leader della Repubblica islamica, ha scatenato proteste nel Paese sudamericano, dove un migliaio di manifestanti è sceso in piazza nei quartieri centrali di Rio de Janeiro. Alla base della missione di Ahmadinejad, i temi del nucleare, la politica internazionale e il commercio. Il presidente iraniano si recherà anche in Bolivia e Venezuela. Sui motivi di questa missione, Giada Aquilino ha intervistato Marcella Emiliani, docente di Storia e Istituzioni del Medio Oriente all’università di Bologna-Forlì ed esperta di questioni iraniane:RealAudioMP3

R. – Non da ora, ma sin dalla sua prima presidenza Ahmadinejad sta cercando di aggregare un fronte chiaramente antiamericano tra i Paesi del Sud del mondo. Ha sempre trovato una sponda - sono grandi amici - in Chavez, presidente del Venezuela, con cui sono arrivati addirittura a prefigurare un mercato del petrolio in euro per contrastare l’assetto attuale.

 
D. – Eppure in Brasile ci sono state polemiche e proteste contro Ahmadinejad: che fronte è quello che è sceso in piazza?

 
R. – A parte Chavez, Ahmadinejad non ha una gran buona stampa in America Latina, questo va detto: chiaramente l’America Latina è molto sensibile al vicino americano e sa benissimo che mettersi in rotta di collisione con gli Stati Uniti - per quanto Obama non sia Bush junior - non è una buona politica. Quindi, al presidente brasiliano Lula, per esempio, interessa molto di più una distensione con Obama che non mettersi a fare il “guerrigliero” a livello internazionale: “guerrigliero” nel senso delle intenzioni e dell’andare contro. Però bisogna anche considerare un’altra cosa: il Brasile è uno di quei Paesi che fornisce, nell’ambito della cooperazione Sud-Sud, cioè tra Paesi del Sud del mondo, il maggior numero di tecnologie “adattate”. È un Paese che esporta molte tecnologie in diversi campi, tecnologie di cui l’Iran ha bisogno perché gli sono chiuse le porte della tecnologia occidentale.

 
D. – Di quale tipo di tecnologia si tratta?

 
R. – Anche militare, perché i due maggiori venditori a livello internazionale di tecnologie militari, chiamiamole “adattate”, sono proprio il Brasile e Israele. Però sono anche tecnologie che servono per la piccola e media industria meccanica, che servono per l’agricoltura. Quindi il range è molto vasto.

 
D. – Questa visita nei tre Paesi latinoamericani, tra l’altro, cade nel bel mezzo di una nuova fase di negoziati internazionali sul nucleare iraniano…

 
R. – L’Iran sta cercando sponde per poter premere, non certo all’interno del Consiglio di Sicurezza o dei 5 più 1, ma nell’ambito dell’Assemblea generale dell’Onu. Detto in parole povere: l’Iran sta perseguendo con estrema determinazione la sua politica nucleare, ma più va avanti più si trova isolato a livello internazionale e quindi si moltiplicano le iniziative per spezzare tale isolamento.







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