2009-11-21 15:59:00

Mons. Crociata: inadeguato il modello di sviluppo basato sulla crescita illimitata


In un mondo in cui appare sempre più chiara “l’inadeguatezza” di una crescita “illimitata”, occorre promuovere un nuovo modello di sviluppo capace di fondarsi sul “senso del limite”. Parla di responsabilità etiche verso la società e di senso dell’appartenenza comunitario mons. Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, intervenendo a Brescia all’incontro organizzato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore sul tema dello “Sviluppo umano integrale per la salvaguardia del creato”. “Il potere di devastazione – ha detto mons. Crociata ripreso dal Sir - ha la sua radice sempre nell’illusione tragica dell’essere umano di non avere nessuno prima di sé e nemmeno dopo di sé, di non dover rispondere a nessuno, di non dovere a nessuno ciò che è e ciò che ha”. Per questo il rapporto dell’uomo con l’ambiente “si decide in quel primo barlume di coscienza che fa riconoscere di essere figlio e fratello e padre, di non essere padrone assoluto di alcunché”. Ma c’è di più. “Ormai appare chiara – argomenta il segretario generale - l’inadeguatezza di una concezione economicistica dello sviluppo basata sul presupposto di una crescita illimitata che ignora il carattere finito del mondo e confonde crescita economica e benessere, che ne è invece il fine”. “Sul lungo periodo infatti – fa notare mons. Crociata - diventa inevitabile la ricaduta negativa delle povertà e delle malattie dei paesi poveri sui paesi ricchi, che peraltro conoscono le nuove povertà dell’opulenza e sperimentano che il contrasto tra nord e sud del mondo si è ormai trasferito all’interno degli stessi Paesi del benessere economico”. “Diviene quindi indispensabile – sottolinea il presule - prendere coscienza dei limiti ecologici e di quelli sociali. Nel primo caso ciò che deve prevalere è la coscienza di responsabilità. Per quanto riguarda il limite sociale è invece la coscienza di solidarietà a doversi imporre; ciò che si richiede è lo sviluppo della coscienza”. “Questa responsabilità – prosegue il segretario generale - appare ancora più necessaria laddove entrano in gioco i cosiddetti diritti di terza generazione, ovvero alla pace, allo sviluppo e all’ambiente”. “In tutto ciò – conclude mons. Crociata - la Chiesa è ben consapevole della propria missione e del contributo che essa fornisce allo sviluppo dell’uomo e alla salvaguardia del creato”. Mons. Corciata cita infine l’enciclica di Benedetto XVI, Caritas in Veritate, per esortare un’azione sociale e politica indirizzata ad uno sviluppo “autenticamente umano”. (M.G.)







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