Si è conclusa oggi in Vaticano la Conferenza Internazionale del Pontificio Consiglio
per la Pastorale degli Operatori Sanitari, sul tema “Effatà. La persona sorda nella
vita della Chiesa”. Ieri, ricevendo i partecipanti all’incontro, il Papa ha lanciato
un accorato appello affinché siano eliminate le ingiustificabili discriminazioni subìte
ancora oggi dai non udenti. Ma ha sottolineato anche l’auspicio che l'umanità sia
guarita dalla “sordità dello spirito, che alza barriere sempre più alte alla voce
di Dio e del prossimo, specialmente al grido di aiuto degli ultimi e dei sofferenti,
e rinchiude l’uomo in un profondo e rovinoso egoismo”. Ascoltiamo in proposito l’editoriale
di padre Federico Lombardi per Octava Dies, il settimanale informativo del
Centro Televisivo Vaticano:
Ho visto
una giovane coppia di sposi: parlano tra loro continuamente con il linguaggio dei
segni: lui è sordo, lei è il suo orecchio e la sua voce per la comunicazione con gli
altri. Ci vuole più tempo e pazienza per comunicare, ma certamente non si tratta di
una comunicazione così affrettata e superficiale come quella a cui siamo normalmente
abituati. E’ una comunicazione che viene dal profondo e passa attraverso uno straordinario
impegno di amore. In questi giorni in Vaticano vi è stata una bella conferenza sul
tema delle persone sorde nella vita della Chiesa: ci sono religiosi e religiose che
dedicano la vita per rendere possibile questa comunicazione; ci sono sacerdoti che
si impegnano perché i segni sacramentali superino il muro del silenzio che imprigiona
la persona non udente; ci sono medici che lavorano per prevenire o superare questo
handicap. Una novantina fra i presenti sono non udenti e parlano la lingua dei gesti.
Forse se ne parlerà poco. Altri sono i problemi della vita della Chiesa che mobilitano
la curiosità dei media. Ma noi pensiamo che questo sia importante. Non dimenticheremo
le preghiere e i canti espressi con il movimento delle mani, il discorso del Papa
tradotto con il linguaggio dei gesti. I credenti sanno che nel giudizio finale il
Signore – che qui in terra ha aperto le orecchie dei sordi e sciolto la lingua dei
muti – li interrogherà: “Ero sordo, mi avete aiutato a sentire? Ero muto, mi avete
aiutato a parlare?”. Sono le domande su cui vale la pena riflettere.