Pax Christi: l’Ue trovi un accordo sul Trattato di non proliferazione nucleare
L’Unione Europea dovrebbe trovare “un accordo su una nuova e forte posizione comune”
in vista della Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare,
in programma nel maggio 2010. E’ quanto ha affermato stamani Paul Lansu, consigliere
di Pax Christi International, intervenendo alla plenaria d’autunno della Commissione
degli episcopati della Comunità europea (Comece) che si chiude oggi a Bruxelles. “Il
disarmo nucleare – ha spiegato - dovrebbe essere perseguito da tutti”. Occorre “perfezionare
efficaci sistemi di controllo per le attività nucleari civili”. Richiamando i tre
principi fondamentali del Trattato di non proliferazione nucleare (1968) - disarmo,
non proliferazione e uso pacifico del nucleare - Lansu ha rievocato il discorso tenuto
dall’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario vaticano per le relazioni con gli
Stati, lo scorso 24 settembre al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Ha ricordato, in
particolare, l’esortazione di Mamberti “a ridurre a zero gli arsenali nucleari”. “La
proliferazione nucleare - ha ribadito Lansu le cui parole sono state riprese dal Sir
- può essere impedita solo attraverso la cosiddetta “opzione zero”. Per questo, “tutta
la comunità internazionale dovrebbe contribuire a rendere più stabile ed efficace
il Trattato”. Gli Stati che non lo hanno sottoscritto – India, Israele, Pakistan e
Nord Corea – “dovrebbero essere indotti ad intraprendere passi” verso il disarmo.
Attualmente in Europa le uniche armi nucleari presenti sono quelle americane, dispiegate
in Belgio, Germania, Paesi Bassi e Turchia. Il consigliere di Pax Christi International
ha inoltre ricordato la richiesta, lo scorso ottobre, del governo tedesco agli Stati
Uniti di rimuovere le armi nucleari dal suo territorio. “Dovremmo spingere anche gli
altri Paesi – ha concluso - a seguire l’iniziativa della Germania”. Sono diverse le
azioni che, secondo Lansu, “l’Unione europea e i governi europei dovrebbero intraprendere”.
Tra queste, è prioritario “porre fine all’attuale situazione di stallo dicendo con
chiarezza agli Stati Uniti che le armi nucleari sono obsolete”. (A.L.)