Colombia: i gesuiti lanciano l’allarme per la crescita del fenomeno dei “bambini soldato”
“In Colombia circa un combattente su quattro ha meno di 18 anni. I bambini soldato
costituiscono fino al 30% di alcune unità dei diversi gruppi di paramilitari e guerriglieri”.
È la denuncia, diffusa dalla Misna, del Jesuit Refugee Service (Jrs, l’organizzazione
internazionale dei gesuiti che si occupa di rifugiati) in occasione della Giornata
universale dell’Infanzia. I gesuiti esprimono dunque “estrema preoccupazione sul continuo,
diffuso, sistematico e abituale uso, reclutamento e sfruttamento dei bambini nel conflitto
armato colombiano”. Secondo gli ultimi dati resi noti dall'Ufficio del difensore del
popolo in Colombia l’età media di reclutamento è scesa da 13,8 anni del 2002 ai 12,8
del 2006. Proprio la paura di vedere i propri figli costretti a prendere le armi costituirebbe
una delle principali cause di migrazione forzata in Colombia. Secondo i gesuiti “gran
parte dei quattro milioni di sfollati interni colombiani e degli oltre 500mila rifugiati
nei paesi confinanti, ha abbandonato la propria casa per paura che i propri figli
potessero essere costretti a prendere parte al conflitto” . Dopo aver ricordato come
il reclutamento di minori combattenti sia un crimine contro l’umanità, “il Jrs sollecita
la comunità internazionale a esercitare pressione e a sostenere, laddove necessario,
il governo colombiano affinché rispetti i diritti umani e gli obblighi umanitari necessari
ad eliminare quest’orrenda pratica”. Secondo i dati resi noti a ottobre dalla Commissione
colombiana dei giuristi (Ccj) sono almeno 14.000 i minori assoldati a forza da guerriglia,
paramilitari e gruppi criminali dediti soprattutto al narcotraffico. (M.G.)