2009-11-19 14:59:03

Rapporto sui minori in Italia: quasi due milioni vivono in "povertà relativa"


Mentre le Nazioni Unite si preparano e celebrare domani il ventennale dell'adozione della Convenzione Onu per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, ricordata anche dal Papa ieri all'udienza generale, si moltiplicano studi che denunciano quanto troppo spesso tali diritti siano disattesi. Uno degli ultimi è il secondo Rapporto supplementare realizzato dal Gruppo Crc - una rete di 86 organizzazioni coordinata da Save the children Italia - che ha sottoposto a monitoraggio la situazione italiana rispetto alla carta dell'Onu. Il risultato, si afferma, è che su oltre 10 milioni di minori presenti in Italia, 1.728.000, pari al 23% della popolazione povera, vivono in condizioni di “povertà relativa”. Il Rapporto, reso noto ieri in coincidenza con la Conferenza nazionale sull’infanzia e l’adolescenza a Napoli, è stato curato in alcune parti - rileva l'Agenzia Sir - da Caritas italiana, in particolare i tre paragrafi dedicati alle politiche per l'infanzia e l'adolescenza, alla condizione dei bambini e degli adolescenti poveri in Italia, e dei minori stranieri non accompagnati. Il testo sarà distribuito durante la Conferenza di Napoli, iniziata ieri, e sara presentato il 24 novembre alla Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza, e quindi inviato alle Nazioni Unite. I numeri fotografano una forte prevalenza delle età infantili (il 61,2% ha meno di 11 anni) e una sproporzionata concentrazione nel Meridione, dove risiede il 72% dei minori poveri italiani. A rischio povertà, sfruttamento e caduta nell’illegalità sono inoltre molti minori stranieri, soprattutto i “non accompagnati”, quelli coinvolti in gravi fenomeni di sfruttamento e abuso, come la tratta a scopo di sfruttamento sessuale, la mendicità, il lavoro nero (938 gli under 18 assistiti e protetti fra il 2000 e il 2007). A preoccupare è poi il fenomeno della pedo-pornografia on line, definito in continua espansione “nonostante - si legge nel Rapporto - l’acquisita consapevolezza e l’impegno per il contrasto delle istituzioni e delle forze di polizia, sia a livello nazionale che internazionale”. Il Rapporto nota pure un "rischio di discriminazione" per i minori migranti e i minori residenti in regioni meno ricche. “Esprimiamo forte preoccupazione - afferma Arianna Saulini, coordinatrice del Gruppo Crc - nel rilevare che poco si sia tenuto in conto l’impatto sui minori di alcuni provvedimenti legislativi come la cosiddetta Legge sicurezza e che la partecipazione e consultazione dei minori sia, in generale, molto trascurata”. “Negativo” è giudicato l’impatto della legge 94/2009 sulla sicurezza pubblica, perché - si afferma - “impone notevoli limitazioni ai minori migranti arrivati in Italia da soli al momento della regolarizzazione della loro posizione al compimento della maggiore età”. “La previsione di criteri molto stringenti”, spiega la Saulini, “comporta una violazione del diritto alla protezione in quanto, da un lato, potrebbe determinare l’aumento delle fughe dei ragazzi e ragazze non ancora maggiorenni dalle comunità, con conseguente rischio di un loro coinvolgimento in forme di grave sfruttamento, dall’altro, rischierebbe seriamente di incentivare l’arrivo di minori soli in età sempre più precoce”. (A.D.C.)







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