2009-11-19 15:14:46

Mons. Piacenza: la comunicazione favorisca la comunione nella Chiesa, no ai preti showman in tv


Se la comunicazione non favorisce la "comunione nella Chiesa" diventa "protagonismo individuale oppure, ed è ancora più grave, introduce divisione” e “all’evangelizzazione non servono i preti showman che vanno in TV”. Con parole molto decise, riferite dall'agenzia Zenit, l'arcivescovo Mauro Piacenza, segretario della Congregazione per il Clero, è intervenuto ieri alla Giornata di Studio su “La comunicazione nella missione del sacerdote”, organizzata dalla Facoltà di Comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce. “Il sacerdote - ha detto il presule - non deve improvvisare quando utilizza i mezzi di comunicazione e neppure deve comunicare se stesso, ma duemila anni di comunione nella fede”. Un messaggio, ha concluso, che “può essere trasmesso soltanto attraverso la propria esperienza e vita interiore”. Il prof. Philip Goyret, ordinario di Ecclesiologia e Teologia sacramentaria presso l'ateneo pontificio, ha poi spiegato che la dimensione comunicativa appartiene in qualche modo all’essenza di ogni sacerdote, “sia in se stesso, in quanto sacramentalmente rappresenta Gesù Cristo, e dunque deve vivere conformemente a ciò che rappresenta, sia in quanto portatore di grazia e ministro della Parola di Dio”. Pertanto, ha aggiunto, “consacrazione e missione sono correlate: la Parola dà senso alla testimonianza e la testimonianza dà credibilità alla Parola”. Il prof. Mario Maritano, decano della Facoltà di Lettere cristiane e classiche dell’Università Salesiana, si è soffermato sul ruolo di comunicatori dei Padri della Chiesa traendone degli esempi pratici, mentre il prof. Sergio Tapia-Velasco, docente presso la Facoltà di Comunicazione della Santa Croce, ha spiegato come l’omelia domenicale possa diventare un momento privilegiato della trasmissione della Parola, constatando che spesso invece si assiste a “troppe omelie lunghe e noiose”. In conclusione dei lavori, la dott.ssa Alessandra Caneva, della Lux-Vide, ha vagliato l’impatto della serie televisiva della RAI “Don Matteo”, quale esempio di fiction che riesce a comunicare la bellezza della vocazione sacerdotale. Alla Giornata, cui ha preso parte anche mons. Paul Tighe, Segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, è stata presentata la ricerca scientifica internazionale Picture (acronimo inglese per le pratiche d’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione da parte dei sacerdoti) che ha lo scopo di analizzare “quale è l’uso che i sacerdoti della Chiesa cattolica fanno di Internet”. Il progetto, che gode del sostegno della Congregazione per il Clero, cerca di comprendere l’attitudine dei sacerdoti rispetto a questo nuovo medium, oltre a sviluppare una più efficace comunicazione “on-line” della Chiesa. Lo studio verrà fatto su un campione estratto dagli oltre 400 mila sacerdoti sparsi nel mondo e sarà condotto dal New Media in Education Lab dell’Università della Svizzera italiana (Lugano), in collaborazione con la Facoltà di Comunicazione dell’Università della Santa Croce. (A.D.C.)







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