2009-11-19 15:21:59

Barack Obama lascia Seul. Monito a Iran e Corea del Nord: sul nucleare si torni ai negoziati


Si è conclusa a Seul, la prima missione asiatica del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Un viaggio impegnativo, che ha portato Obama prima in Giappone, poi al vertice Apec dei Paesi Asia-Pacifico, a Singapore, e infine in Corea del Sud. Nelle scorse ore, l’incontro con il capo di Stato sud coreano, Lee Myung-bak. Al centro dei colloqui il programma nucleare della Corea del Nord e l'accordo commerciale tra Washington e Seul ancora in stallo. Il capo della Casa Bianca ha inoltre affermato che nelle prossime settimane saranno esaminate le misure da adottare contro l'Iran per la sua mancata trasparenza sul programma nucleare. Il servizio di Roberta Rizzo: RealAudioMP3

 
Le provocazioni devono finire ed è tempo che Pyongyang torni al tavolo negoziale: ha usato toni decisi Barack Obama in Corea del Sud, ultima tappa del suo viaggio in Asia. Il presidente americano ha affrontato la questione del nucleare nord coreano e insieme all'omologo sudcoreano Lee Myung-bak, lancia un monito sulla necessità di dare una svolta alle trattative in stallo per la denuclearizzazione della penisola coreana. Il capo della Casa Bianca ha poi comunicato l’arrivo a Pyongyang l’8 dicembre di Stephen Bosworth, inviato speciale Usa, nel tentativo di riportare la Corea del Nord sul percorso dei ''colloqui a sei'' per il disarmo nucleare. Legami sempre più solidi, dunque, quelli tra Washington e Seul che offrono a Obama una motivazione in più per rinnovare la validità del cosiddetto "ombrello nucleare" in difesa dell’alleato asiatico. Sul piano economico, l’intento della Casa Bianca è far ripartire il Free Trade Agreement (Fta), l’accordo commerciale tra Washington e Seul, ancora fermo per la mancata ratifica da parte dei due Paesi. Il programma atomico di Teheran è l’ultima questione spinosa affrontata dal presidente prima di concludere il suo tour asiatico. Incassato lo stop dell’Iran al trasferimento all’estero dell’uranio arricchito, Obama ha annunciato di aver già avviato i colloqui con gli alleati "per affrontare le conseguenze" di un rifiuto definitivo di Teheran all’accordo sul nucleare.

 
Iran-nucleare
Gli ispettori dell'Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) sono attesi oggi in Iran per un sopraluogo sul sito nucleare di Qom. Lunedì scorso, l'Agenzia internazionale aveva rinnovato a Teheran la richiesta di chiarimenti sugli obiettivi del sito, la cui esistenza è stata rivelata a settembre. Intanto, dal governo iraniano arriva un nuovo stop alla trattativa sul programma nucleare. Il ministro degli Esteri, Manuchehr Mottaki, ha annunciato che Teheran non accetterà di trasferire all’estero il proprio uranio arricchito, come previsto dalla bozza di accordo presentata all’Aiea il mese scorso.

Pakistan
Escalation di violenza in Pakistan: almeno 19 morti e 50 feriti a causa di un attentato suicida, avvenuto questa mattina davanti all'ingresso del tribunale di Peshawar. Si tratta del sesto attacco talebano nella città in soli 11 giorni. Poche ore prima dell’attentato, nel Waziristan settentrionale, un drone Usa ha attaccato una base dei ribelli, uccidendo 4 estremisti islamici. Secondo le Nazioni Unite sono circa 300mila le persone costrette a lasciare le proprie case per le continue violenze.

Russia
In Russia, la moratoria sulla pena di morte proseguirà anche dopo il primo gennaio 2010, data in cui è prevista la sua scadenza. A stabilirlo la Corte Costituzionale che ha emesso oggi il suo verdetto. La fine della moratoria "non rende possibile applicare la pena capitale su territorio russo", ha dichiarato nella sentenza il presidente dell'alta corte, Valery Zorkin. Motivando la decisione, Zorkin ha fatto riferimento a una serie di norme internazionali sottoscritte da Mosca, che vietano o raccomandano di proibire l'applicazione della massima pena. La Russia, infatti, pur avendo sospeso la pena di morte nel 1996, al momento dell'ingresso nel Consiglio d'Europa, non l'ha mai abolita.

Ocse - economia
Nel suo Outlook semestrale, l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico si mostra più ottimista sull'Italia. Se questa previsione si realizzerà, l'economia italiana l'anno prossimo risulterà più solida di quella della zona euro. Il servizio di Chiara Pileri: RealAudioMP3

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico pubblica, come da tradizione, il suo Outlook semestrale e sottolinea che molti Paesi presenteranno nel 2011 un debito pubblico superiore al Pil. In evidenza ci sono gli squilibri internazionali, il surplus commerciale cinese e il deficit della bilancia economica americana. Inoltre, per la ripresa del commercio mondiale, sarà fornito all’Italia un ulteriore supporto alle esportazioni. Per il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, “i dati dell'Ocse sono la conferma di una ripresa che può essere lenta ma che non di meno appare certa”. Nell'area dell'Euro, il tasso di disoccupazione dovrebbe salire dal 7,5% del 2008 al 9,4% nel 2009. Per quanto riguarda il debito pubblico, si vedrà un rialzo del 120% nel 2011 e il deficit resterà sopra il 5%. Il quadro globale è migliorato, ma sull'economia continuano a incombere una serie di rischi. “La severa recessione in Italia è iniziata prima che altrove, ma nel terzo trimestre del 2009 l'attività economica ha mostrato un rimbalzo”. Da ultimo, sul fronte dell'inflazione, l'Ocse vede per l'Italia un tasso di crescita dei prezzi al consumo pari allo 0,7% in media nel 2009, seguito dallo 0,9% nel 2010 e 0,8% nel 2011.

 
Italia - privatizzazione acqua
La Camera dei Deputati ha approvato, oggi, in via definitiva il disegno di legge Ronchi che recepisce una serie di obblighi comunitari e nel quale è prevista la privatizzazione delle reti idriche. I voti a favore sono stati 302 a fronte di 263 contrari. I deputati presenti e votanti sono stati 565, la maggioranza richiesta era di 283 voti. La maggioranza respinge le critiche delle opposizioni. Un decreto che “non prevede la privatizzazione”, sostiene il ministro Ronchi che precisa: "Si vogliono combattere i monopoli, le inefficienze con l'obiettivo di garantire qualità e prezzi minori". Intanto, alcune regioni hanno già in cantiere un ricorso alla Corte Costituzionale. Secondo le associazioni dei consumatori, la liberalizzazione peserà sulle tasche dei cittadini con aumenti a due cifre, compresi tra il 30% e il 40%.

Battisti - estradizione
Sarà il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ad avere l'ultima parola sull'estradizione di Cesare Battisti. A stabilirlo il Supremo tribunale del Brasile che ieri, con cinque voti favorevoli e quattro contrari, ha dato il via libera all’estradizione verso l’Italia dell’ex terrorista del Pac (Proletari armati per il comunismo), condannato a quattro ergastoli e attualmente in sciopero della fame. Intanto, in Italia, un applauso bipartisan dell'Aula della Camera ha accolto la notizia dell'estradizione di Battisti. ''Grande soddisfazione'' è stata espressa anche dal ministro degli Esteri, Franco Frattini.

Vertice Bruxelles - nomine Ue
I 27 Capi di Stato e di governo dell’Unione Europea si riuniranno, questa sera a Bruxelles, per un vertice straordinario chiamato a decidere chi dovrà ricoprire le due cariche istituite dal Trattato di Lisbona: il primo presidente stabile del Consiglio Europeo e l'Alto Rappresentante per la politica Estera e di Sicurezza. Un summit dall’esito incerto perché tra i leader europei restano forti divergenze, come ha ammesso l'attuale presidente di turno del Consiglio Europeo, il premier svedese, Fredrik Reinfeldt. Se non ci sarà intesa tra i 27, ha avvertito Reinfeldt, il vertice slitterà al primo dicembre, giorno dell’entrata in vigore del Trattato di Lisbona.

Iraq
In Iraq, dopo la presa di posizione contro la legge elettorale da parte del vicepresidente sunnita, al-Hashemi, non si fermano le polemiche legate alle prossime politiche che dovrebbero tenersi nel gennaio 2010. Il veto rischia infatti di aprire una grave crisi politica nel già fragile contesto iracheno.

Usa - Guantanamo
In un’intervista televisiva, il presidente statunitense Obama ha ammesso, per la prima volta, che la prigione di Guantanamo non potrà essere chiusa entro la data prevista di fine gennaio, come invece si era impegnato a fare all’inizio del suo mandato.

Israele - Striscia di Gaza
Le forze aeree israeliane hanno compiuto all'alba di oggi un raid contro obiettivi descritti come una fabbrica di armi e due tunnel usati per il contrabbando nella parte meridionale della Striscia di Gaza. L'attacco è stata una risposta ai recenti lanci di razzi contro il territorio israeliano a partire dalla Striscia, ha spiegato un portavoce militare a Tel Aviv. (Panoramica internazionale a cura di Roberta Rizzo e Chiara Pileri)
 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 323

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