2009-11-18 16:05:49

La Chiesa sudcoreana contro gli aborti: fermare la strage


In Corea del Sud la Commissione episcopale per la bioetica pubblica un messaggio a sostegno dei medici che praticano l’obiezione di coscienza. E avverte: “Potrebbe essere l’ultima occasione utile per fermare la strage”. Ogni anno in Corea del Sud avvengono più di 340 mila aborti. La vita - si legge nel messaggio - deve essere rispettata sin dal momento del concepimento. Per questo, la Chiesa coreana sostiene quei coraggiosi medici che hanno lanciato la campagna contro l’aborto, decidendo nel contempo di non effettuare più interventi di interruzione di gravidanza. Il testo invita tutta la popolazione “a partecipare a questo sforzo, che cerca di fermare una delle peggiori piaghe”. L’auspicio è che la “decisione di questi medici possa divenire l’occasione giusta per ribaltare l’attuale permissivismo nei confronti degli aborti”. Si deve costruire una “cultura della vita, se si vuole progredire”. Il riferimento al “permissivismo” riguarda la pratica dell'aborto illegale, che in Corea del Sud è diffuso in tutte le sfere sociali, con un’impennata in particolare tra la popolazione contadina. La legge – rende noto l’agenzia AsiaNews - proibisce gli aborti selettivi in base al sesso del nascituro, ma la consuetudine impone alle coppie di avere, come primogenito, un maschio. Ecco perché, in caso di una gravidanza, moltissime persone ricorrono all’interruzione di gravidanza clandestina. Secondo le ultime statistiche pubblicate dal governo, il numero degli aborti illegali praticati nel 2005 è stato di 342 mila unità. Una Ong cristiana sostiene che nel 2009 il numero è salito a 380 mila. Per cercare di arginare questo dramma la Commissione episcopale per la bioetica ribadisce che “il governo ha il dovere di proteggere la vita dei propri cittadini”. Si deve eliminare “tutta la legislatura che facilita l’aborto”. L’esecutivo dovrebbe inoltre “sostenere quei medici che praticano l’obiezione di coscienza e prendono a cuore la vita dei bambini ancora non nati, invece di costringerli ad agire contro coscienza”. I circoli accademici devono coltivare la sensibilità pro-life e farla crescere nei cuori dei giovani del nostro mondo. “Questa è un’opportunità importante e forse unica - si legge infine nella nota - per far tornare al centro la famiglia, eliminando l’aborto dalla realtà”. (A.L.)







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