El Baradei ad Assisi per promuovere l’uso civile dell’energia nucleare
“I capi di stato stanno cominciando a capire che le armi nucleari, più che rafforzare,
minacciano la sicurezza del mondo intero”. Il direttore dell’Agenzia internazionale
per l’energia atomica, Mohamed El Baradei, ha scelto Assisi per lanciare un messaggio
rivolto a tutti gli uomini di buona volontà al fine di un uso corretto e pacifico
dell’energia nucleare. Secondo quanto riferisce la Zenit, nella mattina di ieri,
l’Università di Perugia ha conferito a El Baradei la laurea honoris causa in “Relazioni
internazionali” per il suo “impegno, dedizione e spirito di responsabilità per un
uso corretto e pacifico dell’energia nucleare a beneficio dell’intera umanità”, poi
il premio nobel si è spostato al Sacro Convento di Assisi per partecipare ad un incontro,
presenziato anche dal ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi, padre Giuseppe
Piemontese, Custode del Sacro Convento e Giuseppe Rotunno, responsabile del Comitato
per una civiltà dell’Amore. Occorrono “istituzioni internazionali effettive e norme
sulla sicurezza che siano universali ed eque”, ha detto il direttore dell’Agenzia
di Vienna alla platea. “Abbiamo bisogno – ha aggiunto infine El Baradei – di un nuovo
sistema globale di sicurezza, dove non ci siano armi, perché il diritto di ogni essere
umano è quello di vivere in pace". Nel corso dell’incontro di Assisi è stato presentato
il Programma di conversione nucleare e sviluppo (Megatons to Development),
nato nel 1987 dall’iniziativa di un gruppo di studiosi italiani, tra cui il fisico
Edoardo Amaldi, allievo di Enrico Fermi, per la conversione dell’uranio presente negli
arsenali nucleari militari in combustibile di pace, da impiegarsi nelle centrali nucleari
esistenti. “Il risparmio generato da questo impiego – hanno affermato gli organizzatori
dell’iniziativa – permetterebbe l’avvio di programmi di sviluppo nei Paesi poveri
del pianeta, per sostenere un miglioramento delle loro economie concedendo ai loro
popoli dignità e fiducia nel futuro”. (M.G.)