Amnesty International chiede ad Haiti di sradicare la schiavitù infantile
Le autorità di Haiti devono introdurre una legislazione per proteggere i bambini e
le bambine che lavorano come aiutanti domestici in condizioni che equivalgono alla
schiavitù: lo ha affermato oggi Amnesty International, lanciando una campagna per
chiedere al governo di Haiti di agire per proteggere questi bambini e queste bambine
da abusi, maltrattamenti e sfruttamento. Molte famiglie haitiane a causa della povertà
- si legge nel comunicato di Amnesty International - sono obbligate a mandare i figli
e le figlie a lavorare presso altre abitazioni, dove finiscono col pulire, cucinare,
fare lunghi tragitti per andare a prendere l’acqua e badare agli altri bambini della
famiglia. In molti casi si tratta di una condizione di effettiva schiavitù, spiega
Gerardo Ducos, ricercatore di Amnesty International su Haiti. “I bambini e le bambine
lavorano in condizioni disumane, subiscono violenze e abusi da chi li ospita, solo
per un piatto di cibo”. La condizione delle bambine e delle ragazze impiegate come
collaboratrici domestiche è drammatica: secondo l’Unicef, nel 2007 erano almeno 100.000.
Intrappolate in una situazione di totale dipendenza, molte ragazze sono costrette
a sopportare violenze e abusi sessuali. Alcune abbandonano il lavoro o la famiglia
che le ospita e vanno a vivere in strada dove non hanno altra opzione, per sopravvivere,
che vendere il proprio corpo. “Le ragazze di Haiti sono intrappolate in una spirale
di povertà e violenza - ha dichiarato Gerardo Ducos: “Sradicare questa moderna forma
di schiavitù è il solo modo per proteggere i diritti di migliaia di bambini e bambine”.
Ad Haiti la Legge per la proibizione e l’eliminazione di ogni tipo di abuso, violenza
e trattamento inumano dei bambini, entrata in vigore nel 2003, ha abrogato un capitolo
del Codice del lavoro che regolava il lavoro dei bambini nei servizi domestici, senza
mettere al bando la pratica. (A.L.)