2009-11-18 16:07:00

Al Festival di Torino di scena l'immigrazione e l'integrazione


Famiglie, padri e madri, figli e figlie, a scuola o al lavoro: la società scricchiola e il cinema al Festival di Torino – sperimentale, d’autore, di nicchia, curioso – corteggia e affronta un tema centrale, attuale, offuscato da polemiche e sinceramente non procrastinabile nelle sue diverse declinazioni: l’immigrazione, l’accoglienza, l’integrazione, la legalità. L’Italia, prima di tutto: Pietro Marcello in "La bocca del lupo" – realizzato con il contributo della Fondazione San Marcellino di Genova, legata alla Compagnia di Gesù – non lesina immagini che penetrano nella marginalità più spaventosa, anche affettiva, sul palcoscenico di una Genova astratta e verista; Ivano De Matteo mette in scena un fosco teatrino perbenista in "La bella gente", che bella proprio non è: cultura democratica, immagine di progressisti benefattori, ma quando la famiglia tutta dedita alla difesa dei diritti altrui entra in crisi per aver accolto una prostituta romena che inizia veramente a redimersi e integrarsi, diventa un persecutore feroce e intollerante; "La cosa giusta", di Marco Campogiani, è quella che, invece, devono decidere di fare due poliziotti alle prese con un arabo sospettato di terrorismo. Anche il cinema d’Oltralpe comincia ad interrogarsi e guardare in faccia il problema: "Welcome" di Philippe Loiret è uscito in Francia con strascichi di polemiche, forte però di un incasso d’oltre dieci milioni di euro. E’ un film intenso, commovente, benissimo orchestrato e diretto in una Calais che sembra una Babele attraversata da umanità disgraziata, rigettata, perseguitata, offesa, alla deriva prima ancora di raggiungere le bianche scogliere di Dover. Finale amaro e molte coscienze interrogate sul futuro, nostro e altrui. Ma la crisi tocca anche le volpi: nel delizioso e divertente "Fantastic Mr. Fox" di Wes Anderson, un gioiello di animazione stop-motion, Mr. Fox e Mrs. Fox sono alle prese con una guerra scatenata dagli umani cattivi e dalle cattive abitudini di papà volpe. Come ben si sa questo simpatico animale perde il pelo ma non il vizio, che qui consiste nel rubare polli, piccioni e sidro. Ironia e comicità riflettono in questo mondo di fiaba le tensioni di ogni giorno, tra chi fa il bene e il male, tra chi perdona e offende. Questa volta, e fa riflettere, vincono le volpi, che almeno agiscono per la loro sopravvivenza e non per la sete di denaro, piacere e potere, come fanno invece i tre cattivi padroni del circondario. (Da Torino, Luca Pellegrini)RealAudioMP3







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