Presentato in Vaticano il convegno sulla realtà dei non udenti nella vita della Chiesa
e sul loro contributo nell'apostolato
Offrire “un'opportunità per valorizzare l’apporto delle persone non udenti nei diversi
campi di apostolato, dando pieno riconoscimento alla rilevanza del loro operato”.
E’ l’obiettivo della Conferenza internazionale incentrata sul tema: “Effatà! La Persona
sorda nella vita della Chiesa”. Il Congresso, promosso dal Pontificio Consiglio per
gli Operatori Sanitari, si terrà in Vaticano dal 19 al 21 novembre prossimi. L’iniziativa
è stata presentata stamani nella Sala Stampa della Santa Sede. Alla conferenza stampa
hanno partecipato, tra gli altri, mons. Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio
Consiglio per gli Operatori Sanitari, e padre Savino Castiglione, della Congregazione
Piccola Missione per i Sordomuti. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Nel mondo,
sono oltre 278 milioni le persone con deficit uditivo. Tra queste, 59 milioni sono
affette da sordità totale. L’80% delle persone non udenti vive nei Paesi meno sviluppati,
dove la mancanza di infrastrutture sanitarie adeguate e di interventi tempestivi si
aggiunge alle difficoltà economiche per l’acquisto dei farmaci. Spesso, sono compromessi
l’inserimento nel mondo del lavoro, la partecipazione alla vita sociale e la possibilità
di crearsi una famiglia. Un grave impedimento è anche quello alla possibilità di crescita
nella vita spirituale e nella pratica religiosa, come ha sottolineato mons.
Zygmunt Zimowski:
“Le ricadute sono notevoli quanto inevitabili
sulla vita della Chiesa cattolica, della quale si stima facciano parte circa un milione
e 300 mila sordi”. Non si può rimanere sordi alla Parola di Dio. Il brano
evangelico della guarigione del sordomuto, al quale Gesù dice “Effatà, apriti”, è
un invito a non vivere nel nascondimento, a non chiudersi in se stessi. Mons.
José Redrado, segretario del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari:
“Il
Signore davanti al sordo grida: Apriti! E’ un grido di speranza, è un esperienza per
il sordo che comincia a sentire e a proclamare. E questo gesto di Gesù lo prende la
Chiesa e dice: Apriti!”.
Chi ha aperto il proprio animo - ha aggiunto
mons. Redrado - è il grande compositore Beethoven, che ha vissuto l’esperienza della
sordità:
“Beethoven vive isolato vicino a Vienna e scrive pagine amare,
desolate dove affiorano propositi di suicidio. E’ condannato a non udire più le sue
melodie che nell’intimo dell’animo. Ma compie uno sforzo titanico - a questo mi riferisco
come segno di Chiesa - e supera la crisi. La fine non è la tomba, la depressione ma
il trionfo, il premio allo sforzo, la risurrezione dello spirito sulla fragile materia”.
Il
Congresso prenderà in esame gli aspetti medici, sociali e psicologici della sordità
e le necessità pastorali delle persone sorde. L’incontro sarà tradotto anche nelle
lingue dei segni. Esponenti del clero e di istituti religiosi e del laicato si soffermeranno
sulla loro esperienza di persone sorde. Particolarmente toccante sarà la testimonianza
di padre Cyril Axelrod, missionario sudafricano sordo-cieco, che annuncia la Parola
comunicando con i gesti per lanciare un messaggio universale: nessuno può davvero
sentirsi escluso dall’amore di Dio.