Un forte appello alle autorità irachene affinchè difendano le minoranze religiose
mettendo in campo maggiori misure di sicurezza anche in vista delle prossime elezioni
di fine gennaio. Lo hanno rivolto alcuni gruppi religiosi che vivono nella provincia
settentrionale di Ninive in Iraq denunciando la sensazione continua di essere nel
mirino di gruppi estremisti. Tra le comunità maggiormente prese di mira in quest’area
c’è quella degli shabak, poco più di trecentomila persone che professano una religione
che ha elementi di islam e cristianesimo; le altre minoranze sono rappresentate da
yazidi e dai cristiani, questi ultimi composti da caldei, ortodossi, cattolici, assiri,
armeni e anglicani. “Dal 2003, spiega un abitante cristiano di Mosul, subiamo rapimenti,
estorsioni e anche uccisioni. Siamo stati ripetutamente presi di mira da violenti
attacchi da parte di estremisti sunniti, la maggior parte dei quali affiliati, per
loro stessa ammissione, ad al-Quaeda”. Tra l’altro in Iraq le minoranze sono accusate
di cooperare con le forze americane e gli attentati verso di loro, come ha spiegato
Abdul-Raheem al-Shimari, capo del comitato di sicurezza e difesa della provincia di
Ninive, potrebbero aumentare proprio in vista delle elezioni politiche. "Credo - ha
detto - che ci saranno problemi di sicurezza non solo per le minoranze, ma per tutti
gli abitanti della provincia. Tutti i partiti, specialmente quelli che dispongono
di milizie influenti, avranno un ruolo determinante nel destabilizzare la sicurezza
a scapito delle minoranze". (C.S.)