2009-11-16 14:49:04

Concluso ad Ancona il Meeting “L’Europa con l’Africa”


Si è concluso ieri ad Ancona il Meeting “L’Europa con l’Africa”: un’occasione per promuovere un dialogo fra i due Continenti e anche per chiedere che vengano mantenuti gli impegni presi dal G8 dell’Aquila. L’evento, organizzato da diverse associazioni, tra cui “ChiAma l’Africa” e “Tavola della Pace” è stato anche l'occasione per proporre di assegnare il premio Nobel per la pace alle donne africane. A prendere la parola anche la senegalese Yayi Bayam Diouf, che ha perso il figlio durante un viaggio in cerca di lavoro. Oggi la donna è presidente dell’Associazione delle madri contro l’immigrazione irregolare. L'ha intervistata Debora Donnini:RealAudioMP3

R. – Concrètement, nous faisons de la sensibilisation ...
Concretamente facciamo attività di sensibilizzazione per far capire alle donne che non devono finanziare, spingere i loro figli a prendere le barche per andare in Europa. Aiutiamo le donne che hanno perso i loro figli nelle traversate, con progetti di microcredito e altre iniziative. Aiutiamo anche i giovani, che sono tornati dall’Europa, ad organizzarsi in associazioni e con la realizzazione di attività. Abbiamo organizzato gruppi di donne nei posti di partenza verso l’Europa, per far conoscere la nostra attività in Senegal. Lavoriamo anche con organizzazioni come “ChiAma Senegal”, all’interno del turismo responsabile, per aiutare i giovani.
 
D. – Nel suo intervento lei ha detto che la soluzione all’immigrazione clandestina non è in Europa, ma in Africa ...
 
R. – Oui, parce-que à travers ...
Sì, attraverso le attività economiche di queste donne abbiamo realizzato aziende locali di trasformazione dei cereali, di tintoria, di sartoria e di prodotti artigianali, anche per far capire ai giovani che è possibile lavorare in Senegal. La soluzione si deve trovare in Africa, anche con l’aiuto dell’Unione Europea. L’Unione Europea e i Paesi africani devono rivedere le politiche economiche, soprattutto in relazione all’educazione e ai giovani, così i giovani non avranno bisogno di emigrare, ma vorranno rimanere a lavorare in Africa.
 
D. – Cosa pensa di questa proposta di assegnare il premio Nobel per la pace alle donne africane?
 
R. – Le Prix Nobel dédié aux femmes africaines ...
Il premio Nobel dedicato alle donne africane mi colpisce, perché le donne adesso cominciano ad avere autonomia, ad organizzarsi per mostrare alle loro comunità che lo sviluppo dell’Africa può passare attraverso di loro.







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