2009-11-15 15:10:49

Incidenti stradali: tra le cause principali alcol, stupefacenti e velocità


Si celebra oggi la ''Giornata Mondiale del Ricordo delle Vittime della Strada''. Tante le iniziative anche in Italia per un fenomeno che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha definito drammatico e che coinvolge soprattutto i giovani. In Europa la situazione non è migliore: è fallito l’obiettivo di dimezzare il numero delle vittime entro il 2010 e l’Italia resta agli ultimi posti, nonostante quest’anno ci sia stato un calo importante della mortalità del 7,8%. Lo spiega Carmelo Lentino, presidente della Campagna nazionale per la sicurezza stradale Basta un attimo, al microfono di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

R. – Effettivamente, la mortalità diminuisce dell’8 per cento ma l’attenzione deve rimanere ancora alta perché sono sempre 13, in media, le persone che ogni giorno muoiono sulle strade italiane.
 
D. – Secondo gli ultimi dati, i sinistri più gravi sono quelli riguardanti le strade extra urbane; luglio è il mese 'nero' e il venerdì il giorno con più incidenti. Quale fascia d’età è la più colpita?
 
R. – Oltre il 50 per cento dei morti sono giovani di età compresa tra i 16 ed i 35 anni, persone che abitualmente durante il fine settimana usano alcolici, in alcuni casi sostanze stupefacenti, ma soprattutto a cui piace correre. E’ ovvio che ci sono vittime inconsapevoli, cioè persone che si trovano coinvolte nell’incidente senza avere alcun genere di responsabilità.
 
D. – Quindi, possiamo dire che i comportamenti scorretti sono la causa principale dei sinistri?
 
R. – Sì, nella maggior parte dei casi: l’alcol o sostanze stupefacenti, la velocità, le cinture di sicurezza non allacciate, ma anche l’utilizzo del cellulare.
 
D. – Eppure, in Italia non mancano né le campagne di informazione né tanto meno la presenza di tutor, di autovelox … Che cosa resta ancora da fare?
 
R. – Secondo me, ci vorrebbe una maggiore percezione reale del controllo sul territorio: maggiori controlli, controlli più coordinati. Ci sarebbe la necessità di una cabina di regia, proprio con funzioni di coordinamento.
 
D. – Qual è la situazione nel contesto dell’Europa? Quali sono gli obiettivi?
 
R. – L’obiettivo dell’Europa, emanato nel 2003, fissava di dimezzare le vittime sulla strada entro il 2010. E’ un obiettivo che non sarà pienamente raggiunto: in Italia in modo più marcato, in altri Paesi in modo un po’ meno marcato. Pare che per gli Stati membri la diminuzione media di mortalità si attesti tra il 30 e il 40 per cento. Quello che a livello europeo dovrebbe essere fatto è uniformare norme più stringenti, quindi anche inasprimento delle sanzioni per chi – ad esempio – si mette alla guida sotto l’effetto di alcol o sostanze stupefacenti, ma anche – dall’altro lato – nell’investire o re-investire in sicurezza stradale.







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