Rafforzare la presenza cristiana su Internet: l’impegno dei vescovi europei riuniti
in Vaticano sui nuovi media
La Chiesa non può ignorare Internet: è quanto sta emergendo con forza alla Plenaria
della Ceem, la Commissione episcopale europea per i media, in corso in Vaticano sul
tema “La cultura di Internet e la comunicazione della Chiesa”. In un messaggio indirizzato
ai partecipanti all’incontro, Benedetto XVI invita i vescovi europei ad esaminare
“questa nuova cultura e le sue implicazioni per la missione della Chiesa”. Nel testo,
a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, il Papa sottolinea che
la “proclamazione di Cristo richiede una profonda conoscenza della nuova cultura tecnologica”.
Stamani, la Plenaria si è incentrata sui social network. E’ stata, inoltre,
presentata l’attività del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali nel campo
di Internet. Ma torniamo ai discorsi principali della sessione d’apertura di ieri
con il servizio di Alessandro Gisotti:
“La Chiesa
ha bisogno di Internet, perché ha una Buona Novella da comunicare”: ne è convinto
il cardinale arcivescovo di Zagabria, Josip Bozanic, che nel suo intervento ha sottolineato
che in Internet si sta costruendo “il modello antropologico di domani”. Del resto,
il porporato croato ha osservato che il peso crescente che la Rete sta assumendo nella
vita delle persone e dei fedeli impone di annunciare il Vangelo anche nel mondo di
Internet. Ed ha sottolineato che Internet “non è solo un recipiente che raccoglie
diverse culture. Internet è cultura” e produce cultura. Di fronte a questa realtà,
ha detto il vicepresidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, bisogna
rammentare che la Chiesa ha sempre saputo “cogliere la bontà degli strumenti di comunicazione
sociale per l’edificazione del genere umano”. E, dunque, l'interesse per i media e
per Internet nasce dalla natura stessa della Chiesa quale “comunità dialogante”. Sulla
necessità per la Chiesa di entrare nell’agorà di Internet, si è soffermato mons. Jean-Michel
di Falco Léandri, vescovo di Gap e di Embrun, presidente della Commissione episcopale
europea per i media. “Così come la croce ha il suo asse verticale e il suo asse orizzontale
– ha detto il presule francese – così deve essere la nostra evangelizzazione nella
Rete: orizzontale per la sua estensione, verticale per la sua profondità e la sua
qualità”.
Mons. di Falco Léandri non ha mancato di
evidenziare ritardi e difficoltà che la Chiesa incontra nel relazionarsi con il fenomeno
Internet. Un sito web cristiano, ha detto il presule, “deve occuparsi del mondo e
non tagliarsi fuori dal mondo. Deve evitare il politichese, evitare di essere esso
stesso un ideologo che cerca di imporre la propria verità”. Piuttosto, ha soggiunto,
“deve accontentarsi di proporre la verità di Cristo in maniera ferma” e “umile”. Pensando
in particolare ai giovani, mons. di Falco ha quindi ribadito che non essere presenti
in Internet “equivale a tagliare fuori una buona parte della vita delle persone”,
auspicando quindi che la Chiesa promuova sempre più una presenza cristiana sul web.
All’evento, è intervenuto anche mons. Claudio Maria Celli, presidente
del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, che al microfono di Philippa
Hitchen si sofferma sul tema della Plenaria:
“Il
Santo Padre ci ha dato un grande incarico, quello della diaconia della cultura. C’è
questo servizio che la Chiesa deve prestare in questa realtà così complessa e ricca
che è la cultura digitale. I vescovi europei si stanno interrogando su questo. Il
grande rischio, alle volte, è che ci si concentri troppo sui media, quindi su questi
nuovi mezzi che diventano sempre più sofisticati e che offrono sempre più ampie possibilità
di comunicazione, su questo non c’è dubbio. Tuttavia, credo che la Chiesa debba sempre
interrogarsi alla radice della sua azione su cosa sia veramente comunicazione”.
Intanto,
oggi pomeriggio, nella Sala Marconi della nostra emittente, il presidente della Ceem,
mons. Jean-Michel Di Falco ha tenuto una conferenza stampa sul tema della Plenaria.La Chiesa, ha detto mons. Jean-Michel Di Falco, non può ignorare Internet,
una rivoluzione simile all’invenzione della stampa. Il presule francese ha sottolineato
che la riunione in corso in Vaticano serve proprio per mettere a fuoco punti deboli
e punti di forza della comunicazione ecclesiale nel web. Nella parola religione, ha
poi osservato, c’è la radice della parola legare, ovvero connettere, che è proprio
quanto realizzano i nuovi media. Ecco perché, ha detto mons. Di Falco, sono stati
invitati alla Plenaria operatori dei social network, di Wikipedia, Google e Youtube.
C’è bisogno di una formazione all’uso responsabile della Rete, ha quindi avvertito,
serve un’educazione ed un accompagnamento che la Chiesa può sviluppare in modo positivo.
Anche se ci sono ritardi nell’utilizzo di Internet da parte della Chiesa, ha infine
riconosciuto, le cose stanno cambiando in meglio come testimoniano le numerose iniziative
prese al riguardo dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali.