2009-11-13 15:00:25

Parte dal Giappone il primo tour di Obama in Asia


Al via questa mattina il primo tour del presidente statunitense Barack Obama in Asia. Quattro le tappe: Giappone, Singapore, Cina e Corea del Sud. Un banco di prova importante per l’inquilino della Casa Bianca che affronterà questioni di primo piano, tra le quali la crisi economica, lo sviluppo della Cina e la questione del nucleare nordcoreano. Come definire, dunque, questo viaggio? Salvatore Sabatino ne ha parlato con Francesco Sisci, corrispondente del quotidiano "La Stampa" da Pechino:RealAudioMP3

R. – E’ certamente un viaggio molto importante perché, proprio dall’Asia, è cominciata la ripresa economica dopo i primi sei mesi di quest’anno e con dei segnali molto positivi in molti di questi Paesi. Ma anche perché qui - specialmente in Giappone e in Cina - si trovano i maggiori creditori americani e perché Giappone e Cina sono fondamentali per accertare che il debito americano continui ad avere acquirenti e che, quindi, la ripresa americana possa essere avviata in maniera solida.

 
D. – Washington è perplessa dal nuovo corso in politica estera intrapresa da Tokyo, il cui governo di centro-sinistra è per una convinta posizione di autonomia dalle scelte americane...

 
R. – Probabilmente molti di questi annunci e di questi slogan sono stati di effetto elettorale. C’è un problema strategico importante e, cioè, la vicinanza sempre maggiore tra Washington e Pechino; questo crea, in qualche modo, anche un avvicinamento tra Tokyo e Pechino stessa. Si tratta di bilanciare questo delicato triangolo e far sì che tutti e tre i lati del triangolo si avvicinino più o meno alla stessa distanza e più o meno con gli stessi tempi. E’ un processo certamente delicato, ma certamente importante per tutti e questo perché sono le prime tre economie del mondo.

 
D. – La Cina è diventata un attore importantissimo sulla scena geopolitica internazionale. Si parla sempre più spesso di uno spostamento dell’asse politico-economico verso Pechino. Quali saranno ora le mosse della Casa Bianca su questo fronte?

 
R. – E’ chiaro che ci sarà un rapporto che andrà su un nuovo livello. Si miglioreranno le relazioni strategiche ad un livello più alto: questo almeno l’annuncio sia del ministero degli Esteri cinese che del Dipartimento di Stato americano. In realtà, però, si parlerà a 360 gradi di questioni economiche, certamente, ma anche di questioni strategiche e militari: ci sono la collaborazione militare, l’Afghanistan, l’Iran. Si sta definendo una nuova partnership globale che, visto il fondamento sulle due economie, è destinata a condizionare quanto meno gran parte del prossimo decennio.







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