I ricercatori chiedono più impegno internazionale per combattere la malaria in Africa
Meno del 10% delle persone affette da malaria in Africa, e circa il 3% dei bambini,
sono curate con i farmaci raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per
evitare che l’infezione diventi resistente ad altri medicamenti: lo evidenziano i
ricercatori riuniti la settimana scorsa a Nairobi per partecipare alla quinta Conferenza
panafricana sulla malaria, che rivolgono anche un appello affinché siano garantiti
più fondi per le cure anti-malariche nei paesi in via di sviluppo. Il trattamento
della malaria con la terapia combinata che include derivati dell’artemisinina è efficace
al 99,5%, secondo i partecipanti all’incontro di Nairobi, ma tale metodo è da 10 a
20 volte più costoso delle terapie convenzionali. Grande interesse ha suscitato -
riferisce l'agenzia Misna - un intervento di biologi cubani che, dopo aver criticato
l’abuso degli insetticidi chimici in quanto principali responsabili della maggiore
resistenza della parassitosi ai farmaci, hanno presentato una ricerca sull’uso di
alcuni microrganismi utili come “pesticidi biologici” per l’eliminazione delle larve
di zanzare anofele. Il maggiore clamore è stato determinato dalla notizia che i test
per un vaccino anti-malaria sono giunti nella fase finale di sperimentazione in Kenya,
Tanzania e Uganda e il vaccino potrebbe essere pronto per la commercializzazione entro
i prossimi cinque anni. La malaria è responsabile del 2% dei decessi nel mondo e del
9% in Africa. Si stima che ogni anno muoiano oltre un milione di persone, in gran
parte bambini, per cause direttamente attribuibili al paludismo e almeno altrettante
siano le vittime per le conseguenze della grave anemia causata dalla malattia. (R.P.)