2009-11-05 15:38:37

Il celibato al centro della riflessione del cardinale Tettamanzi nella festa di San Carlo


In occasione della festa di San Carlo Borromeo, il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, ha esortato i sacerdoti a “mostrare il profondo significato umano e umanizzante della propria scelta, che non impoverisce né tanto meno soffoca i valori della sessualità” e a proporre così una “terapia spirituale” per i “propri fratelli e sorelle”, in modo da “guarire le ferite che il male arreca ai valori della persona o perché li assolutizza in quanto spinge in vario modo a trasgredirli”. Il porporato – riferisce il Sir - ha spiegato che “vivere con maturità, letizia e dedizione il celibato ha un significato non solo personale ed ecclesiale, ma anche sociale, culturale, laico” perché riguarda anche il mondo, la società, il costume in atto, la mentalità dominante. L’arcivescovo di Milano ha anche aggiunto che il celibato può diventare “una singolare forza di provocazione e attrazione” e che la castità è una “forma indispensabile di educazione all’amore” che vale sia per coloro che abbracciano la scelta del matrimonio, sia per chi sceglie la strada del sacerdozio”. Il dono del celibato va ravvivato e accompagnato da “una grande vigilanza” ma anche dalla sobrietà grazie ad uno “stile complessivo di vita governato dalla giusta misura in tutto: nelle parole, negli sguardi, nei cibi e nelle bevande, negli incontri, nei gesti, nell’uso del tempo, dei media”, per non incorrere ad esempio in forme di “dipendenza” da Internet. Infine l’esortazione ai religiosi a “perseverare nella fedeltà creativa”, considerata come un dono di Dio. (B.C.)







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