Il cardinale Rodé sulla visita apostolica alle Congregazioni religiose femminili negli
Usa
La visita apostolica agli Istituti di religiose negli Stati Uniti, annunciata lo scorso
mese di gennaio, risponde alle preoccupazioni “sul benessere delle religiose e della
vita consacrata in generale”. E’ quanto sottolinea in una dichiarazione, pubblicata
ieri, il cardinaleFrancRodé,prefettodella Congregazione
per gli Istituti di vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Ma quali sono
le motivazioni che accompagnano questa dichiarazione? Risponde al microfono di Romilda
Ferrauto, responsabile del programma francese, il cardinaleFrancRodé:
R. – La dichiarazione
ha soprattutto questo obiettivo, cioè quello di chiarire le intenzioni del dicastero
per dire chiaramente qual è lo scopo di questa visita apostolica tra le Congregazioni
religiose. Ci sono infatti delle incomprensioni, come se fosse un atto di sfiducia
verso le Congregazioni religiose femminile americane o come se fosse una critica globale
del loro operato. Non si tratta di questo. Si tratta soprattutto di vedere la situazione
reale nella quale si trova in questo momento la vita consacrata femminile negli Stati
Uniti. E’ un fatto evidente che il numero delle religiose americane è calato moltissimo,
che la loro presenza nella scuola, nella sanità e in altre istituzioni di carattere
sociale è molto diminuita. La questione quindi è: dove sono le cause di questa diminuzione
numerica e di questa presenza molto più debole nella Chiesa e nella società degli
Stati Uniti? D. – La dichiarazione spiega che la visita è stata
decisa in seguito ad alcune segnalazioni fatte qui, alla Congregazione. C’era dunque
stato il bisogno di una tale iniziativa. C’erano problemi disciplinari, di fedeltà
alla dottrina cattolica? R. – In un certo senso si può dire
che dagli Stati Uniti sono arrivate delle voci critiche ed un rappresentante importante
della Chiesa statunitense mi ha avvertito riguardo alcune irregolarità o carenze nella
vita delle religiose americane. Si può dire soprattutto di una certa mentalità secolarista
che si è propagata in queste famiglie religiose, forse anche un certo spirito "femminista".
Comunque la decisione di questa visita apostolica è stata presa nel 2008, durante
un seminario che ha riunito qualcosa come 600-700 religiosi e religiose. Lì si è manifestata
questa volontà di fare un passo per trovare un rimedio a questa situazione che molti
dicono non essere così buona come quella dei decenni passati. D.
– Lei annuncia nella dichiarazione che sarà pubblicato un rapporto, però non è ancora
precisato se ci saranno delle linee d’azione, se poi la Congregazione che lei presiede
indicherà la strada da seguire… R. – La visita apostolica avrà
tre fasi. La prima è la preparazione all’Instrumentum laboris; dunque un incontro
con le superiore generali per vedere qual è la situazione di tali Congregazioni e
poi la preparazione, nella seconda fase, di un questionario al quale risponderanno
individualmente le religiose. Il risultato di tutte queste risposte sarò poi studiato
scientificamente da un Istituto della Georgetown University e le informazioni raccolte
e studiate e criticamente presentate saranno poi rese pubbliche. Sarà perciò un’immagine,
una prospettiva, la presentazione di una situazione che penso essere abbastanza completa
della vita consacrata femminile degli Stati Uniti. D. – Dunque
non si sa ancora se saranno poi decise delle misure, tutto dipenderà dal risultato
di quest’inchiesta? R. –In questo momento non si può evidentemente
parlare di misure o decisioni finali. Posso dire che valuteremo con un grande senso
di responsabilità i dati che ci saranno forniti da queste conversazioni individuali
con le religiose e vedremo poi cosa occorrerà fare. E’ comunque troppo presto per
parlare di decisioni.