2009-11-03 15:30:47

India: sgomento in Orissa per l’assoluzione degli assassini di un capo indù che difendeva i cristiani


Bisognerà attendere il prossimo 25 novembre quando l’Alta Corte dell’Orissa si pronuncerà sulla sentenza che ha creato sgomento tra i cristiani. Il tribunale del Kandhamal – riferisce Asianews – ha infatti assolto dall’accusa di omicidio per insufficienza di prove due persone responsabili dell’omicidio di un capo tribù indù che difendeva i cristiani. I due, dopo l’assassinio, ne avevano bruciato il corpo e la casa per non lasciare tracce. Proprio per aver distrutto le prove a loro carico, sono stati condannati a tre anni di carcere duro e ad una multa di mille rupie (14 euro). Il fatto è avvenuto dopo il 25 agosto 2008, giorno dei funerali del leader indù Laxamananda Saraswati, il cui omicidio ha dato il via alle violenze anti-cristiane. Alcuni testimoni hanno raccontato che gli estremisti indù avevano già dato segno di voler attaccare i cristiani mentre si dirigevano al funerale. I cristiani, spaventati, si erano quindi rifugiati nella foresta e solo alcuni erano rimasti nel villaggio, certi della protezione di Sidheswar Pradhan, autorevole leader tribale, che già l’anno prima aveva preso le loro difese davanti ai radicali indù. Al termine delle esequie, immancabilmente le case dei cristiani sono state saccheggiate e bruciate. Sidhewar aveva tentato di bloccare le violenze ma ha pagato con la vita il suo gesto. Nello stesso giorno anche un’anziana donna è stata arsa viva per il solo fatto di essere cristiana. Una “mostruosità della giustizia” così è stato definito il verdetto da John Dayal, fondatore e leader dell’All India Christian Council, che ha chiesto giustizia per le vittime. Per Dhirendra Panda, indù e attivista per i diritti umani, “alcuni responsabili dell’indagine sono legati agli estremisti del Sangh Parivar. Sono determinati a proteggere gli accusati. Ormai – ha concluso - non sono messi a repentaglio solo i diritti religiosi della popolazione, ma i valori centrali di umanità e democrazia”. Intanto due Ong del Kandhamal hanno lanciato l’allarme per l’esiguo numero di condanne di fronte all’alto numero di denunce; una situazione che rischia di creare tensioni sociali se non verrà affrontata in modo adeguato. A oltre un anno dalle violenze anti-cristiane in Orissa, su quasi 900 casi depositati, solo 30 sono stati dibattuti; su 680 persone arrestate, vi sono finora  115 assoluzioni e solo 27 condanne. I due tribunali speciali dell’Orissa, che dai primi di marzo si occupano dei processi, sono divenuti famosi perché prosciolgono i colpevoli per mancanza di prove o concedono con facilità  libertà su cauzione. Le due Ong hanno convocato per oggi le vittime delle violenze del Kandhamal alla Lohia Academy di Bhubaneshwar, capitale dell’Orissa, per far sentire loro la vicinanza e l’attenzione della società civile dello Stato e offrire supporto legale a chi sta cercando di ottenere giustizia nonostante il clima di tensione. (B.C.)







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