Rapporto Naga: immigrati irregolari più occupati degli italiani
Tassi di occupazione elevati, alta scolarità, bassi salari e condizioni abitative
in sovraffollamento. E’ il ritratto dell’immigrazione irregolare tracciato dal rapporto
2009 di Naga, Associazione Volontaria di Assistenza Socio-Sanitaria, per i Diritti
di Stranieri e Nomadi. Lo studio realizzato a Milano, di fatto rappresenta una delle
più grandi banche dati sulla condizione dell’immigrazione irregolare in Italia, si
riferisce al periodo 2000 - 2008, e prende in esame un campione di oltre 47500 utenti.
Massimiliano Menichetti ha intervistato il presidente di Naga, Pietro Massarotto.
R. – Il dato
più significativo è quello relativo alla capacità lavorativa e quindi alla percentuale
degli occupati dei cittadini irregolari, che è del 76 per cento, superiore a quella
nazionale italiana, che è del 59 per cento, ed è superiore anche a quella lombarda
che è del 71 per cento. Quindi, come dire, sfata l’immagine del clandestino, chiamiamolo
proprio così, che non lavora e viene in Italia solo per delinquere. E questo è il
primo dato. Il secondo dato è che la percentuale di scolarizzazione dei cittadini
stranieri irregolari è assolutamente analoga a quella dei cittadini italiani in generale.
D.
– Queste persone lavorano nel tessuto italiano. Dall’altra parte, però, l’Italia li
vede in una posizione irregolare. Come si concilia questo aspetto?
R.
– Si concilia con il fatto che l’Italia, comunque, ha una quota di sommerso, cioè
di lavoro nero che, nelle varie stime, viene considerata almeno di un terzo. E quella
è la collocazione principale dove possono trovare sbocco.
D.
– Però, a quel punto, lavorando in nero non hanno nessun tipo di tutela...
R.
– Le tutele sindacali ovviamente sono molto più difficili da azionare e, in qualche
caso, anche impossibili. Poi, con l’ultimo pacchetto sicurezza, entrato in vigore
in agosto, l’immigrato irregolare commette un reato con il solo fatto di non avere
il permesso di soggiorno. Quindi, il dato è che abbiamo un imbuto che inghiotte in
un percorso irregolare i cittadini che sono irregolari.
D.
– Da dove vengono queste persone? Chi viene in Italia?
R.
– Tipicamente dal Sud America, principalmente Ecuador e Bolivia; da Egitto e Marocco;
dall’Africa subsahariana; dalle Filippine e in generale dall’Asia. Poi c’è, ovviamente,
tutto l’Est europeo.
D. – E sono le stesse persone
che vediamo a bordo delle carrette del mare, che attraversano i deserti o che pagano
ingenti somme per poi arrivare in Italia e trovare una speranza...
R.
– Sì, percorsi diversi, non sempre via mare: qualche volta via terra, qualche volta
sui camion, qualche volta sui cargo. Fanno percorsi difficili quelli che non hanno
un visto d’ingresso di carattere turistico, che comunque sono molti.
D.
– Senta, si viene in Italia per stare meglio. Poi, alla fine, è così?
R.
– E’ così per chi riesce a regolarizzarsi attraverso una sanatoria e quindi poi diventa
regolare. Per chi invece è condannato all’irregolarità, rimanere nel sommerso è difficile,
non sempre il percorso è positivo.