Due nuovi decessi a Napoli per l’influenza A: pareri discordi sulla vaccinazione
L’influenza A miete in Italia due nuove vittime a Napoli: sono due donne, una di 52
anni, ricoverata senza patologie pregresse, ed un’altra di 72 anni, già affetta da
patologie respiratorie. Cresce la paura per la diffusione del virus H1N1 e si accendono
pure polemiche sui ritardi nella distribuzione dei vaccini, ma non c’è uniformità
di giudizi sulle fasce di popolazione da vaccinare. Il servizio di Roberta Gisotti.
14 vittime
in Italia, otto a Napoli, per l’influenza A, mentre sale il timore del contagio soprattutto
fra i bambini e lo sconcerto dei genitori disorientati da messaggi delle autorità
sanitarie e della classe politica discordanti su come arginare la pandemia, prevenire
l’infezione e curare la malattia. Anche la stampa alterna titoli ‘strillati’ di allarme
generale ad ogni nuova vittima ad articoli tranquillizzanti sull’andamento della pandemia.
Il viceministro alla Salute, Ferruccio Fazio, oggi in un’intervista sul Corriere dichiara:
“Questa influenza non è pericolosa per la salute, è solo molto più contagiosa. In
compenso ha un grado di letalità dieci volte inferiore a quello di una qualsiasi altra
influenza classica”. Ed aggiunge che il virus H1N1 ha ucciso una sola volta”, riferendosi
alla donna morta di polmonite lo scorso mese a Messina, mentre le altre vittime avevano
patologie pregresse e per la bimba di Pompei spirata sabato scorso e la donna morta
stamane a Napoli si aspettano i risultati dell’autopsia. Ma
gli italiani restano fortemente allertati; intasati ieri i Pronto soccorso per la
chiusura domenicale degli studi medici di base, che hanno registrato la scorsa settimana
affluenze record. Secondo le stime del Ministero della Salute sarebbero oltre 400
mila i contagiati. Che fare a questo punto? Pasquale di Pietro, presidente della Società
italiana di pediatria chiede di accelerare “al massimo i tempi di intervento” per
la vaccinazione, sollecitando le Regioni ad attivare “un adeguato piano di intervento”
“per fronteggiare una situazione di emergenza”, riparando ai ritardi. Ma getta acqua
sul fuoco Giuseppe Mele, presidente della Federazione italiana medici pediatri, secondo
il quale la situazione “è assolutamente sotto controllo” e non si giustificano “inutili
appelli a vaccinazioni di massa”. Ma dove sono questi vaccini?
Il viceministro alla Salute Fazio assicura che entro la settimana sarà completata
la distribuzione alle Regioni delle dosi disponibili: 2 milioni e 100 mila dosi, ma
alla fine del mese saranno 6 milioni. Ma chi dovrà vaccinarsi non si sa con certezza,
mentre le categorie professionali a rischio - medici infermieri e personale di pubblica
sicurezza - hanno finora declinato in massima parte l’invito. Da qui la confusione
di molti cittadini.