Il Papa all'Angelus: i Santi ci invitano a seguire Gesù con gioia e senza complessi
La Solennità di Tutti i Santi ci invita a “seguire con gioia le orme di Gesù”, "senza
complessi o mediocrità", “tendendo con umiltà alla perfezione dell’amore” e “rifiutando
tutto ciò che non è degno della nostra condizione di cristiani”: è quanto ha detto
oggi all’Angelus Benedetto XVI. Circa 40 mila i pellegrini giunti da tutto il mondo
in Piazza San Pietro, in una stupenda giornata di sole. Il Papa ha quindi invitato
a vivere con autentico spirito cristiano la Commemorazione dei fedeli defunti, domani
2 novembre, nella consapevolezza che “nelle tombe, riposano solo le spoglie mortali
dei nostri cari in attesa della risurrezione finale”. Infine ha ricordato il decimo
anniversario della Dichiarazione Congiunta cattolico-luterana sulla Dottrina della
Giustificazione, pietra miliare del cammino ecumenico. Il servizio di Sergio Centofanti:
“Non abbiate
paura di essere santi! E’ il miglior servizio che potete dare ai vostri fratelli”:
questa l’esortazione del Papa nella Solennità di Tutti i Santi che - afferma - “invita
la Chiesa pellegrina sulla terra a pregustare la festa senza fine della Comunità celeste,
e a ravvivare la speranza nella vita eterna”: “In questo
Anno Sacerdotale, mi piace ricordare con speciale venerazione i santi sacerdoti, sia
quelli che la Chiesa ha canonizzato, proponendoli come esempio di virtù spirituali
e pastorali; sia quelli – ben più numerosi – che sono noti al Signore. Ognuno di noi
conserva la grata memoria di qualcuno di essi, che ci ha aiutato a crescere nella
fede e ci ha fatto sentire la bontà e la vicinanza di Dio”. Benedetto
XVI invita poi a vivere domani la Commemorazione di tutti i fedeli defunti “secondo
l’autentico spirito cristiano, cioè nella luce che proviene dal Mistero pasquale.
Cristo è morto e risorto e ci ha aperto il passaggio alla casa del Padre, il Regno
della vita e della pace. Chi segue Gesù in questa vita è accolto dove Lui ci ha preceduto”:
“Mentre dunque facciamo visita ai cimiteri, ricordiamoci
che lì, nelle tombe, riposano solo le spoglie mortali dei nostri cari in attesa della
risurrezione finale. Le loro anime – come dice la Scrittura – già ‘sono nelle mani
di Dio’ (Sap 3,1). Pertanto, il modo più proprio ed efficace di onorarli è pregare
per loro, offrendo atti di fede, di speranza e di carità. In unione al Sacrificio
eucaristico, possiamo intercedere per la loro salvezza eterna, e sperimentare la più
profonda comunione, in attesa di ritrovarci insieme, a godere per sempre dell’Amore
che ci ha creati e redenti”. Il Papa sottolinea quanto sia
“bella e consolante la comunione dei santi”, “una realtà che infonde una dimensione
diversa a tutta la nostra vita”: “Non siamo mai soli! Facciamo
parte di una 'compagnia' spirituale in cui regna una profonda solidarietà: il bene
di ciascuno va a vantaggio di tutti e, viceversa, la felicità comune si irradia sui
singoli. E’ un mistero che, in qualche misura, possiamo già sperimentare in questo
mondo, nella famiglia, nell’amicizia, specialmente nella comunità spirituale della
Chiesa. Ci aiuti Maria Santissima a camminare spediti sulla via della santità, e si
mostri Madre di misericordia per le anime dei defunti”. Dopo
la preghiera dell’Angelus, il Pontefice ha ricordato il decimo anniversario della
firma ad Augsburg, in Germania, della Dichiarazione Congiunta cattolico-luterana sulla
Dottrina della Giustificazione, a cui aderì nel 2006 anche il Consiglio Metodista
Mondiale. Un evento che Giovanni Paolo II definì “una pietra miliare sulla non facile
strada della ricomposizione della piena unità tra i cristiani” e che attesta - ha
rilevato Benedetto XVI - “un consenso tra luterani e cattolici su verità fondamentali
della dottrina della giustificazione, verità che ci conducono al cuore stesso del
Vangelo e a questioni essenziali della nostra vita”: “Da
Dio siamo accolti e redenti; la nostra esistenza si iscrive nell’orizzonte della grazia,
è guidata da un Dio misericordioso, che perdona il nostro peccato e ci chiama ad una
nuova vita nella sequela del suo Figlio; viviamo della grazia di Dio e siamo chiamati
a rispondere al suo dono; tutto questo ci libera dalla paura e ci infonde speranza
e coraggio in un mondo pieno di incertezza, inquietudine, sofferenza…Spero di cuore
che questa importante ricorrenza contribuisca a far progredire il cammino verso l’unità
piena e visibile di tutti i discepoli di Cristo”. Infine,
il Papa ha rivolto il suo cordiale saluto ai partecipanti alla “Corsa dei Santi”,
iniziativa “che unisce lo sport e l’impegno umanitario”, e ai fedeli radunati a Paderno
Dugnano, presso Milano, per la conclusione della peregrinatio della statua della Madonna
di Fatima, nel 50° della consacrazione dell’Italia al Cuore Immacolato di Maria.