Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
La Chiesa festeggia questa Domenica la Solennità di Tutti i Santi. La Liturgia ci
propone il Vangelo della Beatitudini. Gesù sale sul monte, dicendo ai discepoli:
“Beati
i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel
pianto, perché saranno consolati”. Sul Vangelo delle Beatitudini ascoltiamo
il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Dogmatica alla Pontificia
Università Lateranense:
Nella gioiosa
solennità di “Tutti i Santi” la Chiesa ci propone la meditazione delle nove beatitudini.
E’ nel “discorso della montagna” infatti che Gesù ristabilisce il giusto ordine tra
la terra e il Cielo, tra l’eone presente e quello futuro. Ilario di Poitiers afferma
che qui Gesù ci mette dinanzi ai “principî dell’eternità” e che, pronunciando quelle
parole “insegnava l’eternità” (Comm. a Matteo, IV,1). E’ a partire dall’eternità,
dalla definitività in Dio e di Dio, che ciascuno può comprendere in modo appropriato
la sua condizione presente. E’ solo a partire dal Cielo che si può comprendere la
terra. Tutti gli uomini hanno in se stessi il desiderio della
beatitudine ma non conoscono la via per conseguirla perché la cercano (1) come se
essa fosse un fine in se stessa e (2) la cercano come se essa fosse ricavabile dall'ora
presente e, (3) non di rado, la cercano per se stessi. Gesù
invita invece a gioire e ad esultare nell’ora presente, ma avendo lo sguardo rivolto
ai “Cieli”. Inoltre, le beatitudini sono tutte al plurale, non si dà vera beatitudine
nella consumazione in proprio, al contrario, “In Gerusalemme [nella comunione dei
Santi] sarete consolati!” (Is 66, 13). In Gerusalemme gusteremo “tutto il quanto e'l
quale di quella allegrezza” come scrive Dante nel Paradiso (XXX,118).