Lettera dei delegati dei vescovi dell'Africa orientale al termine del Sinodo
Al termine dei lavori del Sinodo concluso a Roma domenica scorsa, i delegati all’assemblea
dell’Associazione dei Membri delle Conferenze episcopali dell’Africa Orientale (Amecea)
hanno diffuso una lettera per ringraziare le rispettive Chiese per il loro contributo
al successo dell’evento, ma soprattutto per parlare del grande messaggio di speranza
emerso dall’assise. “Nelle nostre preghiere e deliberazioni ci è apparso a tutti
chiaro che l’Africa ha molto di cui essere orgogliosa e grata”, si legge nel testo
che ricorda la bella immagine dell’Africa evocata all’apertura dei lavori dal Santo
Padre come di “un immenso polmone spirituale, per un’umanità che appare in crisi di
fede e di speranza”. “Certo l’Africa deve confrontarsi con molti problemi, ma – rileva
la lettera firmata dal Presidente dell’Amecea, mons. Tarcisius Gervazio Ziyaye - le
nostre potenzialità sono molto maggiori”, a cominciare dalla “straordinaria ricchezza
umana” del continente di cui ha parlato il Papa. “Come Chiesa Famiglia di Dio – sottolineano
i padri sinodali dell’Africa Orientale - dobbiamo collaborare per attuare queste potenzialità
e superare i problemi”. La lettera ricorda poi il contributo dato dai delegati dell’Amecea
ai dibattiti sulle varie questioni sul tappeto: il ruolo della donna, l’influenza
dell’insegnamento sociale della Chiesa, le difficoltà delle famiglie, il dramma dell’Aids,
gli effetti dei cambiamenti climatici sulla sicurezza alimentare nel continente, il
bisogno di riconciliazione nelle aree dei conflitti, l’importanza del dialogo interreligioso,
la corruzione delle classi dirigenti. Il documento invita quindi le parrocchie e le
piccole comunità cristiane a studiare il messaggio conclusivo dei padri sinodali e
ad usarlo come sussidio nelle liturgie, nella preghiera e nell’azione per la riconciliazione,
la giustizia e la pace. In attesa dell’Esortazione post-sinodale del Santo Padre,
l’Amecea avanza diverse proposte per dare sin da ora seguito al Sinodo: il conferimento
dell’incarico di coordinare l’attuazione delle indicazioni sinodali a un ufficio o
istituzione ecclesiale specifica, a livello nazionale e diocesano; l’organizzazione
di conferenze stampa per divulgare i contenuti dell’assemblea; la convocazione di
assemblee plenarie straordinarie delle Conferenze episcopali per informare sul Sinodo
i vescovi che non hanno partecipato; la promozione a tutti i livelli della Chiesa
di un dibattito sulle questioni più scottanti emerse dal Sinodo, a cominciare dal
tema centrale della riconciliazione la pace e la giustizia e, infine, lo studio insieme
agli altri episcopati del continente di possibili iniziative comuni. (L.Z.)