Kenya: nota dei vescovi sull’abito degli studenti musulmani nelle scuole cattoliche
La Conferenza episcopale del Kenya (Kec) protesta contro la decisione del governo
di permettere agli studenti musulmani di indossare abiti religiosi nelle scuole cattoliche
non statali e finanziate da sponsor, anche senza consultare la direzione. In una
nota a firma di mons. Philip Anyolo, Presidente della Commissione per la pastorale,
l’apostolato dei laici e la vita familiare della KEC, la Chiesa ricorda che, lo scorso
luglio, i presuli hanno scritto una lettera al governo proprio su questa problematica,
ma che la missiva è stata ignorata, mentre l’esecutivo è andato avanti nel varare
questa controversa normativa. “La necessità di consultazione e di dialogo – ricorda
mons. Anyolo, citando la lettera di luglio – nasce dal fatto che la Chiesa cattolica
ha tradizioni religiose proprie, una disciplina ed una filosofia educativa amate e
riconosciute in tutti gli istituti scolastici cattolici”. Quindi, “la Chiesa cattolica
deve essere coinvolta in tutte le decisioni che la riguardano direttamente o indirettamente.
– continua mons. Anyolo – Al contrario, la direttiva è stata varata senza tenere in
considerazione il punto di vista né della Chiesa cattolica né delle altre Chiese cristiane”.
Inoltre, la Kec fa notare che “il riconoscimento di ogni emblema religioso è e dovrebbe
essere soggetto alla consultazione degli sponsor delle rispettive scuole. Altrimenti,
ciò significa che il loro ruolo non viene più riconosciuto dal ministero dell’Educazione
e questo è contro la legge sull’educazione del 1968”. Infine, la Chiesa cattolica
chiede che, in materia di abiti religiosi, i suoi diritti e le sue osservazioni vengano
rispettati e la tematica sia soggetta al dialogo tra tutti gli interessati, con l’obiettivo
di giungere ad un cordiale accordo. (I.P.)