2009-10-29 14:30:45

Giornata mondiale dell'ictus cerebrale: 6 milioni i morti ogni anno


Ogni anno nel mondo, sono sei milioni le persone che muoiono di ictus. In Europa, l'ictus rappresenta la prima causa di disabilità a lungo termine ed è la terza causa di morte. Ogni 20 secondi una persona è colpita da ictus cerebrale. Sono i numeri drammatici di questa patologia, diffusi oggi in occasione della V Giornata mondiale per la lotta all'Ictus cerebrale. Il tema della ricorrenza, "Ictus, cosa posso fare io?", punta a sensibilizzare i governi, la società civile come le singole persone sulla realtà di questa malattia. Intervistato da Eliana Astorri, il prof. Vincenzo Di Lazzaro, dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, si sofferma sulle caratteristiche dell'ictus cerebrale:RealAudioMP3

R. - Una patologia dai numeri drammatici, che sta diventando una seconda causa di morte, oltre che essere causa di invalidità e demenza. Quello che accade è che in genere per l’occlusione dei vasi, a volte per un’emorragia, non arriva il sangue ad un’area cerebrale e la funzione di quell’area del cervello si spegne e quindi compare la paralisi oppure il disturbo a parlare, il disturbo della sensibilità o della vista.

 
D. - Quali sono le cause?

 
R. - Le cause sono molteplici. Tra i fattori di rischio più importanti vi è l’ipertensione, il diabete, i valori elevati di colesterolo e anche il fumo, che è un’importante causa, un fattore che può essere correggibile. Altre volte invece è un’aritmia del cuore che porta alla formazione di coaguli all’interno del cuore, che prendono la via dei vasi cerebrali e vanno a chiudere proprio un vaso cerebrale. Meno frequentemente, vi è la rottura di un vaso cerebrale e quindi un’emorragia cerebrale che può essere drammatica.

 
D. - E l’ereditarietà?

 
R. - Esiste sicuramente una serie di fattori che sono influenzati dall’ereditarietà. Direi che è una di quelle patologie nelle quali l’ereditarietà è l’elemento principale.

 
D. - Per età e sesso, quali sono le persone che maggiormente sono a rischio?

 
R. - L’incidenza di ictus aumenta notevolmente con il progredire degli anni. Per quanto riguarda il sesso, vi è una prevalenza di quello maschile ma, tutto sommato, la tendenza è verso l’unitarietà. Non dobbiamo comunque dimenticare che l’ictus è presente anche tra i giovani e anche qui è un’importante causa sia di invalidità che di morte.

 
D. - Quali sono i sintomi?

 
R. - I sintomi sono variabili, dipende dalla parte del cervello, che viene ad essere interessata. Quella più comune è la paralisi improvvisa di una metà del corpo. Altre volte vi può essere un disturbo improvviso di campo visivo, vi può essere un formicolio che compare anche questo su un lato del corpo. A volte, però, i disturbi sono transitori e questo purtroppo porta decisamente a sottovalutare i sintomi da parte del paziente, a non recarsi immediatamente al pronto soccorso, che può essere invece una condizione che porta al recupero completo della funzione neurologica.

 
D. - Cosa fare ad ictus avvenuto, sia dal punto di vista chirurgico, farmacologico e riabilitativo, ovviamente considerando il livello di gravità dello stesso?

 
R. - Oggi, abbiamo molte strategie terapeutiche. E’ una di quelle patologie in cui sicuramente facciamo meno di quello che si potrebbe fare. Esistono terapie efficaci che non vengono utilizzate per una serie di ragioni, e parliamo di prevenzione, che sicuramente spesso si trascura, di ipertensione, diabete ed altri fattori di rischio. Ma anche per l’ictus in fase acuta abbiamo terapie estremamente efficaci come la trombolisi, che consiste nello sciogliere il coagulo che chiude il vaso cerebrale. Questa terapia però può essere effettuata solamente nelle prime ore dopo l’ictus, altrimenti i rischi sono superiori ai benefici. Purtroppo, l’arrivo in pronto soccorso è spesso estremamente ritardato per la mancanza di consapevolezza della gravità della patologia, perché non dà dolore e quindi crea un minore allarme. Quindi, è una piccolissima quota dei pazienti che ha la possibilità di accedere a questa terapia, che è efficace e ha cambiato completamente la possibilità di recupero, incrementandola notevolmente. (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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