Cina: visita a Pechino di una delegazione del Consiglio Ecumenico delle Chiese
Le Chiese della Cina devono avere un ruolo importante nell’ambito della comunione
fraterna delle 349 Chiese mondiali che fanno parte del Consiglio Ecumenico delle Chiese
(Coe): è quanto ha affermato il pastore Samuel Kobia, segretario generale del Coe
in visita in Cina. Incontrando il presidente del Consiglio Cristiano della Cina, il
pastore Gao Feng a Pechino, il pastore Kobia ha sottolineato che in ragione del ruolo
attuale della Cina sulla scena internazionale, non è solo sul piano politico ed economico
che il Paese ha un peso importante. “Uno dei problemi è che dobbiamo formare di più
i pastori” ha detto Gao Feng, dichiarando che in alcuni luoghi vi sono comunità di
almeno 40 mila cristiani che non hanno un pastore. Per questo motivo le Chiese hanno
dovuto fare appello ai laici, tanto che circa 150 mila persone stanno offrendo il
loro contributo ma senza alcuna formazione teologica. Il Consiglio Cristiano della
Cina incoraggia poi le Chiese e i consigli locali ad impegnarsi nell’ambito sociale
e comunitario, poiché di tratta di “un buon mezzo per proclamare il Vangelo”, ha osservato
il pastore Feng. Il presidente del Consiglio Cristiano della Cina ha detto inoltre
che una delle sfide che le Chiese devono affrontare oggi è l’apertura ai giovani che
dimostrano interesse per il cristianesimo. “Per noi, la difficoltà è provvedere ai
loro bisogni pastorali” ha spiegato il pastore Feng sottolineando che, spesso, alcuni
giovani cominciano a frequentare la Chiesa ma che smettono se gli insegnamenti che
da essa provengono non li interpellano. “Nelle grandi città, la mentalità dei giovani
è aperta al cristianesimo e molti ne vogliono sapere di più”, ha concluso il pastore
Feng. E la settimana scorsa il pastore Kobia, oltre alla Cina, ha visitato la Corea
del Nord e a Pyongyang si è intrattenuto con il presidente del Presidio dell’assemblea
popolare suprema della Repubblica popolare democratica di Corea Kim Yong-nam che sulla
questione del nucleare ha dichiarato che un faccia a faccia tra Corea del Nord e Stati
Uniti potrebbe contribuire al superamento dell’impasse nel quale si trova il dossier
delle armi nucleari nella regione. (T.C.)