Libertà religiosa nel mondo: luci e ombre nel rapporto del Dipartimento di Stato Usa
La situazione della libertà religiosa nel mondo è al centro del rapporto presentato
dal Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, al Dipartimento di Stato: dallo
studio emerge che “il nuovo inizio” promosso dal presidente statunitense Barack Obama
nei rapporti degli Stati Uniti con i musulmani nel mondo non deve far pensare che
venga meno l’attenzione dell’amministrazione di Washington verso quei Paesi, anche
islamici, dove viene violata la libertà religiosa. Nel rapporto - ripreso dall’Osservatore
Romano - sono citati, in particolare, otto Stati. La situazione peggiore è quella
della Corea del Nord dove è proibita ogni attività religiosa. Almeno 150 mila nord
coreani sono internati in campi di prigionia, in molti casi per motivi religiosi.
Segue l’Iran, dove sono molteplici le testimonianze di cittadini imprigionati e vittime
di violenze a causa della loro appartenenza a minoranze religiose. In Cina, invece,
si notano miglioramenti per quanto riguarda la libertà religiosa nonostante le repressioni
messe in atto, nel corso dell’anno, dal governo di Pechino contro le minoranze religiose
buddiste in Tibet e quelle contro i musulmani dello Uighuri e nello Xinjiag. In Arabia
Saudita le leggi vigenti proibiscono ogni altro culto diverso dalla religione di Stato
islamica sunnita. Tuttavia è attualmente tollerato che gli immigrati stranieri possano
riunirsi e compiere i riti previsti dalle loro diverse religioni. Le cerimonie, però,
si devono tenere in abitazioni private. Il rapporto prende in esame anche la libertà
religiosa in Eritrea, Myanmar e Uzbekistan. Si tratta di Paesi in cui le limitazioni
hanno motivazioni diverse: l’intolleranza delle autorità verso le minoranze, il prevalere
di gruppi fondamentalisti e il vuoto di potere che permette agli estremisti di esercitare
prepotenze verso persone e comunità religiose ritenute avverse. Presentando il rapporto
Michael Posner, funzionario del Dipartimento di Stato americano responsabile del settore
“Democrazia e Diritti umani”, ha sottolineato infine che “la libertà religiosa è un
diritto fondamentale, un bene sociale e una chiave per la sicurezza internazionale”.
Le valutazioni sulla libertà religiosa si basano su informazioni fornite al Dipartimento
di Stato americano da parte di giornalisti, accademici, e organizzazioni non governative.
(A.L.)