Inaugurato l'Anno accademico dell'Urbaniana: la prolusione dell'arcivescovo di Kinshasa
“Usate questo tempo di studio e di formazione per captare il cuore di Gesù”. Così
il cardinale Ivan Diaz, gran cancelliere della Pontificia Università Urbaniana durante
la solenne Messa con cui si è aperto l’Anno accademico dell’Ateneo. A seguire una
prolusione dell’arcivescovo di Kinshasa, mons. Laurent Monsengwo Pasinya, sul tema
“Riconciliazione, giustizia e pace in Africa, sfida missionaria per la Chiesa universale”.
C’era per noi Cecilia Seppia:
Africani,
giapponesi, vietnamiti, indiani, pakistani: sono i giovani studenti della Pontificia
Università Urbaniana provenienti da oltre 100 Paesi del mondo, che hanno preso parte
oggi alla Messa inaugurale dell’Anno accademico dell’Ateneo. A loro il cardinale
Ivan Diaz ha rivolto l’invito a seguire Cristo come gli apostoli, lavorando
incessantemente nel Regno di Dio. “Voi, ha ribadito il porporato, siete chiamati ad
essere cittadini del Cielo, testimoni autentici di riconciliazione di giustizia e
pace”. Agli studenti anche l’esortazione del rettore magnifico, il professor Cataldo
Zuccaro, ad essere sempre di più protagonisti della loro vita e del futuro della società
intera, ricordando che senza la comunione con Dio nulla è possibile e anche il percorso
di studi più complesso senza la luce di Cristo perde il suo valore. L’intervento di
mons. Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa, ha
fatto sentire con forza agli oltre 1500 studenti la voce dell’Africa. A pochi giorni
dalla conclusione del secondo Sinodo africano il presule ha voluto sollecitare l’impegno
di tutta la Chiesa e delle istituzioni che ad essa fanno capo, alla riconciliazione,
alla giustizia e alla pace globale. Sentiamo lo stesso mons. Monsengwo:
"Noi
adesso viviamo in un mondo di conflitti, un mondo di divisioni, un mondo di separazioni,
non soltanto in Africa ma ovunque, e questo suppone che occorre lavorare per la riconciliazione.
Bisogna che ci uniamo, che mettiamo Cristo al centro, perchè è Cristo che ci fa 'uno'.
Se noi vogliamo che la Chiesa sia famiglia dobbiamo per forza unirci: i membri di
una stessa famiglia non si uccidono, non si vogliono male, vogliono assoltuamente
il bene di tutti. Bisogna fare uno sforzo per alzarsi e camminare. La Chiesa cattolica
è l'esempio perfetto dell'unione e della riconcilizione".
Per
lavorare alla riconciliazione c’è, infatti, bisogno di un impegno universale che coinvolga
ancora di più le giovani generazioni. La Chiesa missionaria, ha ricordato l’arcivescovo
di Kinshasa, si forma anche tra i banchi dell’Università. Qui l’annuncio del Vangelo
deve essere coniugato con uno sforzo concreto per la realizzazione di questi valori,
per l’edificazione di un mondo più giusto e fraterno.