Primo contatto con i rapitori di padre Sinnott, sequestrato nelle Filippine
Padre Sinnott, il missionario colombano di 79 anni rapito nel sud delle Filippine
lo scorso 11 ottobre scorso, è vivo ma le sua condizioni di salute stanno peggiorando.
È quanto afferma il portavoce del vescovo di Pagadian padre Hingone. Dopo 17 giorni
di silenzio, questo è il primo contatto con i rapitori di padre Michael Sinnott. L’identità
dei sequestratori resta ancora ignota. Secondo le autorità, il missionario sarebbe
detenuto nella provincia di Lanao del Sur. “Da ieri ci sono stati una serie di piccoli
progressi nel negoziato – afferma padre Hingone ad AsiaNews – e speriamo che nei prossimi
tre giorni vi siano condizioni tali da consentire la liberazione del missionario”.
Il sacerdote aggiunge che per ora non è stata fatta alcuna richiesta di riscatto.
Riferisce anche dell’invio di un pacco di medicinali attraverso un emissario. I rapitori
hanno già confermato che il pacco è stato consegnato a padre Sinnott. Il missionario
lo scorso mese di luglio è stato operato al cuore. Proseguono, intanto, le ricerche
di polizia ed esercito che accusano i ribelli del Moro Islamic Liberation Front di
essere gli autori del rapimento. Il gruppo smentisce le accuse e annuncia, attraverso
il suo portavoce Eid Kabalu, di collaborare con le autorità per la liberazione del
sacerdote. (A.L.)