Il Papa il 2 maggio 2010 a Torino per l'Ostensione della Sindone: intervista con il
cardinale Poletto
Benedetto XVI si recherà a Torino il 2 maggio 2010 in occasione dell'Ostensione della
Sindone, che si svolgerà dal 10 aprile al 23 maggio dell’anno prossimo. Lo ha annunciato
oggi con una Lettera l'arcivescovo di Torino, il cardinale Severino Poletto che ieri
era stato ricevuto in Vaticano dal Papa. Il servizio di Sergio Centofanti:
Come primo
atto della visita Benedetto XVI sosterà in preghiera davanti alla Santa Sindone nel
Duomo di Torino. Ci sarà poi la solenne Concelebrazione eucaristica per tutti i pellegrini
in Piazza San Giovanni, alla quale seguirà la recita dell’Angelus. Nel pomeriggio
il Papa incontrerà i giovani al Santo Volto e durante il tragitto farà una breve sosta
al Cottolengo per incontrare e benedire gli ospiti della Piccola Casa della Divina
Provvidenza. Benedetto XVI – ha spiegato il porporato nella Lettera – in sintonia
col tema dell’Ostensione porterà una parola di conforto ai sofferenti e di incoraggiamento
e speranza a quanti stanno trepidando per un posto di lavoro in questo periodo di
crisi. Ma qual è il tema dell’Ostensione della Sindone? Ascoltiamo il cardinale
Severino Poletto al microfono di Luca Collodi:
R.
– Il tema di questa ostensione dice “Passio Christi, Passio hominis”, per sottolineare
che la Passione di Cristo, la sofferenza di Cristo redime tutte le sofferenze dell’umanità,
anche dei bimbi innocenti, perché Cristo è l’Innocente per eccellenza, il Figlio di
Dio stesso. Quindi, la visione del Telo sindonico, che ci fa leggere in una maniera
impressionante tutti i particolari della Passione di Cristo, come risaltano dai Vangeli,
corrisponde in maniera perfetta alle descrizioni dei Vangeli e ci rimanda quindi a
meditare la sofferenza di Gesù. E, in questa Ostensione, noi abbiamo voluto veramente
dare il messaggio di speranza e di fiducia a tutti i sofferenti nel corpo, nello spirito,
negli affetti familiari e così via, perché guardino a Cristo per trovare speranza,
conforto e fiducia.
D. - Dopo l’esame al carbonio
14 che cosa ci dice oggi la scienza sulla Sindone?
R.
– Dopo il carbonio 14 del 1988 molti scienziati sono insorti e hanno contestato quell’esame
e quel dato. Quindi, nella scienza c’è grande discussione. Molti mettono in dubbio
quel risultato, anche perché per il Simposio scientifico dell’anno 2000, durante l’Ostensione,
c’erano scienziati di tutto il mondo, e quando si è parlato del carbonio 14 su quattro
interventi due erano a favore, per dire che la data medievale corrispondeva alla verità,
e due fortissimamente contrari, perché secondo loro il metodo usato non ha tenuto
conto della particolare storia e vicenda della Sindone, che è passata in tantissime
mani. Allora io dissi proprio alla conclusione di questa fase del Convegno: “Permettetemi
di dire che, avendo ascoltato quattro di voi – due favorevoli e due contrari – quel
giudizio non è definitivo”.
D. – Cardinale Poletto,
lei pensa a nuovi esami scientifici sul lenzuolo della Sindone?
R.
– No, nell’immediato no, ma lei non dimentichi mai che la Sindone è del Santo Padre
e per permettere nuove ricerche sul Telo sindonico ci vuole il consenso del Santo
Padre. Il problema, però, è questo: il Papa di santa memoria, Giovanni Paolo II, nel
’98 disse: “Non tocca alla Chiesa stabilire se è autentico o no, quali sono le date,
perché tocca alla storia, agli storici e agli scienziati. La nostra fede, però, non
è fondata sulla Sindone, per cui noi non ci preoccupiamo”. E’ importante, però, ricordare
che la percentuale di chi è convinto dell’autenticità del Telo sindonico, cioè che
è veramente il Lenzuolo che ha avvolto il corpo di Gesù nel Sepolcro, e chi lo nega,
è abissalmente a favore di chi è convinto che sia autentico, rispetto a quelli che
lo negano, anche in campo scientifico. Se non altro, perché non ci sono spiegazioni:
la scienza non è ancora riuscita a spiegare la formazione di questa mirabile immagine,
che abbiamo sulla Sindone di Torino.
D. – Quanti
pellegrini sono attesi a Torino per la primavera prossima?
R.
– Adesso c’è una novità. Noi, dal 2002, abbiamo restaurato la Sindone, rimuovendo
le toppe che chiudevano i buchi provocati dall’incendio a Chambéry. Le suore
l’avevano riparata, mettendo delle toppe molto visibili. Abbiamo rimosso tutto e l’abbiamo
ripulita e quindi mai nessuno l’ha vista restaurata, se non chi ci ha lavorato. E
questa sarà un’esposizione che farà vedere la Sindone restaurata per la prima volta.
(Montaggio a cura di Maria Brigini)