Il cardinale Scola inaugura l'Anno accademico della UPS
Con la prolusione del cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, si è aperto oggi
l’anno accademico 2009-2010 dell’Università Pontificia Salesiana di Roma che quest’anno
festeggia il 60.mo anniversario della fondazione. Una riflessione incentrata sul tema
“Paideia e Università” e nella quale il porporato ha ribadito che un ateneo è tale
se “sospinge la mente, il cuore e l’azione” a scoprire “il ragionevole dono della
verità”. Il servizio di Benedetta Capelli:
E’ intorno
al concetto di "paideia" – modello educativo in vigore nell’Atene classica – e all’università,
che si è articolata la prolusione del cardinale Angelo Scola. Il porporato ha sottolineato
come compito dell’ateneo sia “quello di consentire agli studenti di giungere fino
alla realizzazione della loro umanità”. Un compito importante che passa attraverso
il lavoro dei docenti che offrono e comunicano loro stessi “nel testimoniare la verità”.
Un atto d’amore sostanzialmente che spinge lo studente ad un confronto con la realtà
stessa “che, attestandosi come dono, – ha detto il patriarca di Venezia – è segno
del Mistero che si rivela a tutti gli uomini”. Dunque per assolvere al proprio scopo,
l’Università impone di perseguire la "paideia" attraverso la ricerca, l’insegnamento
e lo studio rigoroso delle discipline e “questo – ha aggiunto il cardinale Scola –
mediante il ricorso ad uno sguardo critico”, “autentica capacità di discernimento
di ciò che è vero, uno, buono e bello”. Ricordando i tre cardini
educativi di Don Bosco: ragione, religione e amorevolezza, il porporato ha mostrato
l’attualità di questa impronta soprattutto se si considera l’Università come comunità
di docenti e studenti. “Quando la comunicazione appassionata dei primi trova nei secondi
dei soggetti a loro volta impegnati in una inesausta ricerca della verità – ha aggiunto
il cardinale Scola – l’Università realizza la sua vocazione autentica”. In proposito
San Giovanni Bosco diceva che gli educatori sono in primo luogo “padri degli allievi”.
“L’educazione – aggiungeva - è cosa del cuore e che Dio solo ne è padrone, noi non
potremo riuscire a cosa alcuna se Dio non ce ne insegna l’arte e non ce ne mette in
mano la chiave”. Nella sua relazione, il rettore dell’Università
Pontificia Salesiana, don Carlo Nanni, ha evidenziato che l’obiettivo dell’ateneo
è quello di tener presente come “imperativo categorico” il concetto: “prima di tutto
le persone”. “Siamo invitati a volerlo dalla stessa ubicazione dell’Ups e perché siamo
a Roma: la Roma civile risplende per la sua ‘humanitas’ e la Roma ecclesiale per la
sua ‘caritas’ universalmente riconosciuta”. Un richiamo al rispetto della persona
è venuto dall’omelia di mons. Guerino di Tora, vescovo ausiliare di Roma settore nord,
ed ex allievo dell’ateneo. Nella Messa celebrata nella chiesa di Santa Maria della
Speranza, il presule ha ricordato che “lo Spirito Santo è l’impegno di Dio a non abbandonarci”
è “fondamento di speranza”, “consolatore perché non ci lascia soli” anche se il cristiano
è “uomo solo, è coerente e contro-corrente”. Solo nell’anno
accademico 2008-2009, sono stati oltre 1600 gli studenti che hanno frequentato l’Università
Pontificia Salesiana. Provenienti da 90 nazioni diverse, sono in maggioranza italiani:
a seguire ci sono allievi indiani, congolesi e polacchi.