2009-10-26 14:32:40

Soccorsi in acque italiane i 200 immigrati in balia del Mediterraneo. Intervista con Laura Boldrini


E’ entrato in acque di soccorso italiane il barcone con a bordo circa 200 immigrati, tra loro somali ed eritrei e molte donne e bambini, da venerdì in navigazione al largo delle coste libiche. Sul posto stanno arrivando alcune imbarcazioni di soccorso. Pessime le condizioni meteo, con il mare a forza 4 ed il vento di 20 nodi. Il servizio è di Francesca Sabatinelli:RealAudioMP3

Il comando delle operazioni, ora, è di competenza italiana e la salvezza dei circa 200 migranti a bordo del barcone che da tre giorni è in balia del mare in tempesta è affidata a due motovedette inviate dalle coste siciliane per effettuare il trasbordo. Affianco dell’imbarcazione di circa 17 metri, partita dalla Libia, c'è ancora la motocisterna “Antignano”, che da venerdì segue a distanza la barca rifornendo le persone di cibo e acqua. Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati:

 
“Io devo veramente esprimere tutta la nostra gratitudine al comandante della petroliera 'Antignano' e al suo equipaggio per il loro comportamento responsabile. Detto questo, però, a oggi ancora continua l’odissea di questa imbarcazione, in un ping-pong di responsabilità. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati chiede a tutti i governi rivieraschi nel Mediterraneo di porre il soccorso di vite umane come priorità assoluta. E se è vero che su questa imbarcazione c’è un motore e quindi non c’erano pericoli imminenti, è anche vero che con un mare in burrasca può sempre accadere il peggio. Per questo, noi chiediamo di porre fine a questa odissea!”.
 
“La storia si ripete”, accusa la Boldrini: continua il palleggiamento delle responsabilità e a rischio è la vita di persone che cercano solo di fuggire dalle tragedie dei loro Paesi:

 
“L’Italia, da maggio, ha adottato la politica dei respingimenti e in questo mare va detto che, se vediamo i dati dello scorso anno, il 75% di chi ha rischiato la vita è fatto da persone in fuga da guerre e da persecuzioni, quindi da persone che non possono essere rimandate indietro. Per quanto riguarda la situazione di Malta, questo Paese ha sempre fatto anche affidamento sulla collaborazione con i corpi dello Stato italiano. Anche perché Malta è una piccola isola, ha mezzi molto limitati e quindi in questi anni è stato possibile salvare migliaia di vite umane perché comunque c’era una sinergia tra i due Paesi. In questo momento, sembrerebbe invece che c’è più interesse a scaricare sugli altri le responsabilità anziché, come abbiamo visto in passato, fare una gara a chi salvava più vite umane”.







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