2009-10-26 14:04:43

Aperta in Vaticano la plenaria delle Comunicazioni sociali. Mons. Celli: allo studio un nuovo documento pastorale che sostituisca l'"Aetatis Novae"


La Chiesa sta studiando una nuova Istruzione Pastorale nel campo delle comunicazioni sociali, che dovrebbe sostituire l’Aetatis Novae, pubblicata nel 1992. Lo ha sottolineato questa mattina il presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, l’arcivescovo Claudio Maria Celli, che ha inaugurato in Vaticano la plenaria del dicastero. Il presule ha messo in risalto la priorità pastorale nel campo dei media: quella della formazione alla comunicazione, a tutti i livelli della gerarchia. Il servizio Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

L’evoluzione della tecnologia mediatica, e con essa l’evoluzione dei contenuti che la tecnologia stimola od origina, chiede alla Chiesa un aggiornamento ormai ritenuto inderogabile delle proprie linee pastorali, tuttora ancorate all’Istruzione Pastorale Aetatis Novae che il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali firmò 17 anni fa sotto la guida dell’allora presidente, mons. John Patrick Foley. Ringraziando proprio il suo predecessore all’inizio della sua prima plenaria aperta in veste di massimo responsabile, l’attuale presidente, mons. Celli, ha riferito che “una prima bozza di un’eventuale Istruzione Apostolica” è stata sottoposta dal dicastero vaticano a “vari periti accademici dell’arte della comunicazione”, mentre - ha soggiunto - dall’attuale plenaria dovrebbero emergere “prospettive pastorali per il futuro”. Prospettive, ha osservato per un verso mons. Celli, che abbracciano un orizzonte molto vasto, al punto che volutamente l’assemblea in corso in Vaticano non ha un tema particolare ma va considerata una collegiale presa d’atto “dell’attuale situazione nel campo dei media”. Per la Chiesa, ha affermato il presule, la sfida spazia dal dialogo con quella che Benedetto XVI ha definito “cultura digitale” al confronto con quelle realtà dove i media non sono così preponderanti nel contesto socioeconomico, e dove è ad esempio ancora la carta stampata a svolgere un ruolo primario nella comunicazione.

 
Con un resoconto a volo d’aquila, mons. Celli ha ricordato nel suo intervento i numerosi incontri, simposi e seminari internazionali che lo hanno impegnato alla guida del Pontificio Consiglio negli oltre due anni intercorsi dalla sua nomina a presidente, avvenuta nel luglio 2007. In quella occasione, ha detto mons. Celli, il Papa gli manifestò quali fossero i suoi desideri nel campo della comunicazione. Campo che il presidente del dicastero pontificio ha sintetizzato in alcuni punti, come l’attenzione al mondo accademico e alle radio cattoliche, ma soprattutto l’importanza della formazione alla comunicazione di tutto il clero e del mondo religioso. Soffermandosi sui criteri di scelta dei temi riguardanti l'annuale Giornata delle comunicazioni sociali, mons. Celli ha tra l'altro evidenziato il “grande successo” ottenuto dal sito web “pope2you”, operante dallo scorso maggio. Dopo 15 giorni, gli accessi sono stati contati in 5 milioni e a tutt’oggi, ha riferito, si è creato un gruppo di 30-40 mila giovani per i quali sono allo studio migliorie grafiche e di contenuto del sito. Guardando al futuro, infine, mons. Celli ha detto che, dopo il Congresso sulle TV cattoliche del 2006 e dopo quelli sulle università e le radio cattoliche, degli anni successivi, “mi sembra giunto il momento - ha concluso - di rivolgere uno sguardo attento alla stampa cattolica al mondo Internet”, facendo tesoro delle esperienze già accumulate da molte diocesi in entrambi i settori.

 
Al microfono della collega della sezione inglese, Philippa Hitchen, l'arcivescovo Claudio Maria Celli entra nel merito degli argomenti che impegneranno da oggi i partecipanti alla plenaria:RealAudioMP3

R. - L’Assemblea non ha un suo tema specifico, perché il tema di fondo sarà quello di studiare insieme, per cercare di capire in maniera sempre più approfondita la problematica creata dalle nuove tecnologie del mondo di oggi e le nuove tecnologie stanno creando una nuova cultura, quella che noi chiamiamo una cultura digitale. E la grande sfida che la Chiesa deve affrontare oggi non è quella di acquisire mezzi più potenti di trasmissione, ma quella di essere capace di dialogare con questa nuova cultura. Il nostro sogno è che in questo villaggio globale, creato dalle nuove tecnologie, la Chiesa e i discepoli di Gesù possano avere la loro tenda, la Sua tenda, la tenda di Gesù, perché l’attenzione sarà rivolta agli uomini e alle donne, a tutti coloro che passano per le strade del mondo. Così, riscopriremo che la missione della Chiesa è sempre la medesima: annunciare la Parola di Gesù, la Parola che salva, la Parola di vita, rendere Gesù presente nel mondo degli uomini di oggi. Oggi, questi grandi social network sono punto di incontro per centinaia di milioni di persone.

 
D. - Quindi, in che modo la Chiesa può rispondere alle sfide poste da queste nuove tecnologie?

 
R. - Io credo che una delle sfide della Chiesa di oggi sia come essere presente in questo mondo, che è vero che è un mondo virtuale, ma che è anche vero che è di uomini e donne reali. Io non penso che i mezzi di comunicazione siano l’unica azione pastorale della Chiesa, ma certamente nell’azione pastorale della Chiesa questi mezzi giocano un ruolo importantissimo.(Montaggio a cura di Maria Brigini)







All the contents on this site are copyrighted ©.