2009-10-24 16:19:14

Pakistan: iniziativa per abrogare la legge sulla blasfemia


Esponenti della società civile pakistana hanno organizzato una due giorni di incontri per discutere della controversa legge sulla blasfemia, norma del codice penale che prevede l’ergastolo o la condanna a morte per chi profana il Corano o ingiuria il profeta Maometto. Il primo convegno - riferisce l'agenzia AsiaNews - si è tenuto oggi a Karachi, nella provincia meridionale di Sindh; domani sarà la volta di Rawalpindi, nella provincia settentrionale del Punjab. Il gruppo attivista Resistenza popolare (Pr) ha proposto per oggi, a Karachi, una tavola rotonda dal titolo “La legge sulla blasfemia: una valutazione oggettiva da un punto di vista religioso, legale e sociale”. I membri spiegano di essere “profondamente turbati” per i recenti incidenti avvenuti “a Gojra e in altri luoghi, dove molte persone innocenti hanno subito violenze vergognose e distruzioni”. Essi intendono promuovere “un dialogo schietto e aperto” che mira a “comprendere a fondo la legge sulla blasfemia e le implicazioni per la nostra società”. Domani, a Rawalpindi, un’altra organizzazione cristiana – il Pakistan Christian Congress (Pcc) – ha in calendario una “conferenza” che riunisce “tutti gli schieramenti cristiani” per discutere le modalità da seguire per l’abrogazione delle Sezioni 295 B e C del codice penale pakistano. Secondo dati della Commissione nazionale giustizia e pace della Chiesa cattolica (Ncjp), dal 1986 all’agosto del 2009 almeno 964 persone sono state incriminate per aver profanato il Corano o diffamato il profeta Maometto. Fra questi 479 erano musulmani, 119 cristiani, 340 ahmadi, 14 indù e altri 10 di altre religioni. Essa costituisce anche un pretesto per attacchi, vendette personali o omicidi extra-giudiziali: 33 in tutto, compiuti da singoli o folle inferocite. (R.P.)







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