I vescovi del Canada invitano a proseguire il dialogo con gli anglicani
Proseguire il dialogo con gli anglicani. E’ la volontà espressa dai vescovi cattolici
del Canada durante la loro assemblea plenaria (Cecc) terminata giovedì scorso a Cornwall,
in Ontario. I presuli – riporta l’Osservatore Romano – hanno compiuto una riflessione
approfondita sui legami fra le due comunità – i cattolici rappresentano il 43% della
popolazione canadese, gli anglicani il 7% – che ha evidenziato la necessità di migliorare
i già buoni rapporti. A condurre il dibattito il vescovo di Santi-Hyacinthe, Francois
Lapierre, copresidente del dialogo teologico anglicano-cattolico romano (Arc), e dal
vescovo di Trois-Rivieres, Martin Veillette, presidente della Commissione episcopale
per l’unità cristiana, le relazioni religiose con gli ebrei e il dialogo interreligioso.
Assieme a loro anche due teologi cattolici che fanno parte dell’Arc: l’abate Gilles
Routhier, dell’Università Laval a Quebec, e mons. Donald Bolen, della diocesi di Regina,
già membro del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. L’assemblea
ha anche portato all’elezione dei vescovi che comporranno il Consiglio permanente
della Cecc per i prossimi due anni: il nuovo presidente è il vescovo di Saint-Jerome,
Pierre Morissette, che succede all’arcivescovo di Winnipeg, Vernon James Weisgerber.
I membri della Cecc si sono soffermati tra l’altro anche sul ruolo dell’Organizzazione
cattolica canadese per lo sviluppo e la pace (Occdp) e soprattutto sulle raccomandazioni
contenute nel rapporto prodotto da un comitato d’inchiesta della Conferenza episcopale.
Questo comitato è stato istituito lo scorso mese di marzo in seguito ad una serie
di accuse secondo cui l’Occdp avrebbe finanziato dei progetti che avrebbero coinvolto
gruppi ‘pro-aborto’ messicani. Al termine dell’indagine il comitato ha stabilito l’infondatezza
di tali accuse, ma ha stilato sette raccomandazioni che suggeriscono all’Occdp di
vigilare maggiormente prima di attribuire sovvenzioni. (E. B.)