Simposio sul Mississipi: il Patriarca Bartolomeo presiede il rito della benedizione
delle acque
Il fiume Mississippi ancora al centro del Simposio di Religione Scienza e Ambiente,
in corso a New Orleans. I partecipanti ai lavori hanno preso parte nelle ultime ore
alla benedizione delle acque da parte del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo
I, assieme agli altri leader religiosi presenti al convegno. E un gruppo di scienziati
e giornalisti ha sorvolato il Delta del grande fiume americano. Da New Orleans, il servizio
di Giada Aquilino:
E’ un appuntamento
che si ripete, ogni anno con rinnovata suggestione. Come nelle scorse edizioni dei
Simposi di Religione Scienza e Ambiente, anche sul Mississippi il Patriarca Bartolomeo
I ha benedetto le acque del fiume, secondo un antico rito ortodosso. In un’attesa
cerimonia a bordo di un battello in navigazione nel tratto che attraversa New Orleans,
il Patriarca ha voluto accanto a sé il cardinale Theodore McCarrick, arcivescovo emerito
di Washington, che già nel 2007 partecipò alla benedizione delle acque al largo della
Groenlandia. Presenti anche altri rappresentanti della Chiesa ortodossa e il vescovo
anglicano di Londra, Richard Chartres. Quest’anno la giornata ha assunto un significato
particolare: ricorreva infatti il 18.mo anniversario dell’elezione di Bartolomeo I
a Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, dopo la morte del predecessore Dimitrios.
Sono proseguiti, intanto, anche i lavori scientifici del convegno, con una sessione
dedicata ai cambiamenti climatici e agli effetti sull’innalzamento del livello dei
mari, sull’impatto devastante di tempeste e uragani e sul sistema idrogeologico della
Terra. I partecipanti al Simposio, a gruppi, hanno sorvolato, a bordo di un bimotore,
il Delta del Mississippi, dove le acque del ‘Grande Fiume’ si uniscono a quelle del
Golfo del Messico, 160 km a sud di New Orleans, in un tripudio di vegetazione, natura,
colori. Ma hanno pure potuto visitare le zone periferiche di New Orleans, colpite
nell’estate del 2005 dall’uragano Katrina: si tratta delle aree più povere, dove il
27% della popolazione e il 40% dei bambini vivono sotto il livello di povertà. La
ricostruzione, è vero, è ben avviata ma la lacerazione di una terra che ha pianto
oltre 1500 vittime non può essere ricucita. Di una cosa sono certi gli esperti
che partecipano al convegno: se la maggior parte dei danni nelle aree costiere
del Golfo del Messico fu un disastro naturale, ciò che successe a New Orleans e nel
resto della Louisiana no. “Capire e ammettere quanto l’uomo contribuì a tale devastazione
- ha detto ai lavori John Barry, scrittore ed esperto ambientale - è la chiave per
prevenirne un’altra”.