Lettera di studenti universitari africani al Papa: Grazie Santo Padre per aver compreso
le nostre gioie e aspettative
Studenti universitari di vari Paesi africani hanno ringraziato di cuore Benedetto
XVI per il suo recente viaggio in Angola e in Camerun e, in particolare, per le parole
pronunciate allo Stadio dos Coqueiros di Luanda. "Grazie - si legge nella lettera
rivolta al Santo Padre - per la comprensione che ha manifestato per le nostre aspettative,
le gioie, i timori e le sofferenze del nostro Continente". Soprattutto le nuove generazioni
- si sottolinea nel documento - sono chiamate a far tesoro delle parole del Papa.
Su questa importante missione si sofferma, al microfono di Amedeo Lomonaco,
uno dei giovani firmatari della lettera, Supriano Dembe, originario dell’Angola:
R.
– I giovani devono riflettere molto sapendo che in futuro noi dovremo anche impegnarci
in tutte le attività sociali del Paese. Perciò, importante è formare la coscienza,
capire che il lavoro del bene comune, il lavoro dell’etica pubblica aiuta molto la
crescita del Paese oggi e domani.
D. – A proposito di
crescita, l’Africa non sempre è compresa dall’Occidente. Quali sono le cause di questa
sottovalutazione, di questi malintesi?
R. – Ci sono
molti fattori, anche interessi geopolitici che sono collegati. Mi sembra non che le
persone non conoscano i problemi reali. Mi sembra invece che non li vogliono affrontare.
Il Santo Padre ha parlato molto di questi problemi che sono il cuore dell’Africa.
Ma i media, purtroppo, si sono concentrati su uno di questi elementi, quello che si
chiama Aids. Si sono concentrati sulla questioni dei preservativi. Tutto si reduce
ad un elemento che non è la soluzione! L’Aids è l’effetto dei problemi ma nessuno
ne vuole combattere la causa!
D. – Dunque, in Occidente
non sono state comprese correttamente le parole del Papa sul preservativo. Come sono
state accolte in Africa, queste parole?
R. – Abbiamo
compreso il messaggio del Santo Padre. Prima di tutto, conosciamo la linea che ci
insegna la Chiesa sul preservativo e sulla sessualità. Da noi non ci sono state proteste
o critiche su quello che il Papa ha detto. Abbiamo accolto il suo messaggio perché
quando una persona ci viene a visitare prima sentiamo quello che ha da dirci. La ascoltiamo
e meditiamo: dobbiamo meditare!
D. – In questo, quindi,
l’Africa ha molto da insegnare all’Occidente?
R. – Penso
che si possa dire proprio così! Una cosa importante nella mia cultura, per esempio,
è questa: se uno sente parlare di un suo familiare che è lontano e malato, non si
inviano solo messaggi di solidarietà o somme di denaro. L’importante è andare lì,
sul posto. E’ fondamentale andare a trovare la persona, parlarci ed ascoltarla. Noi
siamo contentissimi quando qualcuno entra a casa nostra per venire a capire le cause
della sofferenza proponendo anche qualche soluzione!
D.
– Un altro aspetto importante è il richiamo del Papa alla giustizia e il discorso
sulle multinazionali che sfruttano il sottosuolo dell’Africa …
R.
– Il Santo Padre ha sottolineato come sia importante che le multinazionali debbano
cambiare i modi di operare. Noi siamo contenti di questo discorso e ascoltiamo questo
messaggio. Speriamo che poi di poter dare una risposta pratica a questi consigli.